Vedrai la gloria di Dio – V domenica di Quaresima – Anno A

Se crederai, vedrai la gloria di Dio” (Gv 11,40).

Ci sono cose che possiamo fare da soli e altre che possiamo fare soltanto insieme a qualcuno. Ci sono cose che pretendiamo fare da soli, ma che possiamo risolvere soltanto se ci lasciamo aiutare. Ci sono cose che possiamo fare da soli, ma che è bello condividere con gli altri. Fra le tante, vi sono esperienze che possiamo affrontare soltanto insieme al Signore.

Dice il vangelo di questa domenica, riferendosi a Lazzaro: “Le sorelle mandarono dunque a dire a Gesù «Signore, ecco, colui che tu ami è malato»” (Gv 11,3). Come Marta e Maria anche noi, di fronte a certe situazioni, dobbiamo avvisare Gesù, parlare con lui, mandarlo a chiamare, chiedere il suo aiuto. Fra le realtà che non possiamo affrontare da soli vi è quella della morte: essa è un limite che umanamente ci trova impotenti. Com’è difficile farle posto: com’è difficile accettare la morte di una persona cara e la nostra stessa morte. Quotidianamente ci interpella, in quel quotidiano andare verso di lei che è il vivere. Abbiamo bisogno di Gesù per farle posto, di lui che l’ha già affrontata, l’ha attraversata, l’ha guardata dentro e può salvarci dal suo potere, facendola diventare la grande occasione. Abbiamo bisogno del Signore che ci aiuti a chiamarla sorella, che ci aiuti a sostenere le lacrime del dolore aprendoci alla fede in Dio, il Padre che sempre ci sostiene.

È la vita, la vera grande questione che non possiamo affrontare da soli, quella vita che possiamo subire, piuttosto che affrontare, quella vita che possiamo vivere senza lasciarci andare alla mediocrità, allo scoraggiamento, alla rinuncia dall’impegno. “Se volete fare qualcosa di buono nella vita, vivete, non vivacchiate. Vivete!” ha detto in un’occasione papa Francesco ai giovani, facendo eco alle parole del Beato Pier Giorgio Frassati. Per farle nostre, oggi ci viene detto che abbiamo bisogno di Gesù, che se stringiamo la pretesa di fare da soli corriamo il rischio di illuderci di vivere, mentre nel frattempo il cuore si indurisce e si lascia morire. Rendiamo partecipe Gesù della nostra esistenza, dei nostri progetti, delle nostre paure e fatiche. Chiediamogli di avvicinarsi a noi e di chiamarci alla vita, di farci toccare con mano il segreto dell’esistenza.

«Lazzaro, vieni fuori!» (Gv 11,43). Ascoltiamo questa parola che Gesù grida a Lazzaro ancora dentro al sepolcro: è anche per noi, perché ci addentriamo nella vita vera, quella che dona soltanto lui.  È la vita la grande realtà che non possiamo affrontare da soli. Mandiamo a chiamare Gesù.

– don Silvano, Casa Sant’Andrea