“Per fede” – XIX domenica del tempo ordinario, anno C

“Per fede” (Eb 11,8).

Camminare, muovere un passo dopo l’altro lungo una strada o un sentiero, è un’immagine che ben esprime il fluire della vita. Anche il Signore oggi, da esperto camminatore tra noi e con noi lungo la storia, ci consegna questa immagine, allargandone però il significato, spalancando orizzonti ben più ampi dei nostri. La nostra vita è un cammino da pellegrini e non da viandanti o turisti, tantomeno da vagabondi: camminiamo insieme ad altri, parte di una comitiva di uomini e donne di età, esperienza e cultura diverse ma tutti verso un comune orizzonte, il Signore stesso, lui, Gesù Risorto, che sebbene non ci abbia detto la data del suo arrivo ha promesso di tornare tra noi (Lc 12,36). Il cammino è lungo e talvolta impegnativo ma non siamo soli: lui è già con noi e tra noi possiamo “condividere allo stesso modo successi e pericoli, intonando subito le sacre lodi dei padri” (Sap 18,9). Ma è soprattutto la fede il dono che non possiamo scordare lungo la strada, la fede di Abramo, come ci annuncia la Lettera gli Ebrei in questa domenica.

Camminare da credenti come Abramo significa vivere con lui almeno alcuni verbi: obbedire, partire, aspettare, offrire.

  • La fede è anzitutto un’esperienza di obbedienza (Eb 11,8), atteggiamento che possiamo meglio comprendere andando al significato letterale di questa parola: ob-audire. Il credere inizia dal farsi vicini a una voce e ascoltare sino ad accoglierla in profondità, assumendola, facendola nostra. Qualcuno scopre Dio ascoltando il proprio cuore colmo di desiderio e ricerca: altri come dono gratuito, grazie alla testimonianza degli altri e al soffio dello Spirito ma per tutti è un’esperienza di ascolto e risposta a una parola altra da sé. Non ci siamo soltanto noi: non ci sono soltanto le nostre parole ma anche parole più ricche di sapienza e di vita.
  • Questo ascolto fa partire (Eb 11,8), mettere in cammino, muovere, cercare, meglio se con altri piuttosto che da soli. E com’è affascinante la partenza ma anche impegnativa. Sembriamo tanto forti e coraggiosi oggi, cittadini del mondo grazie all’uso dei media e dei social ma quando poi arriva il momento di partire per un viaggio talvolta ci invade l’ansia o la paura: così di fronte a ben altri cammini che potrebbero dare una svolta alla nostra esistenza.
  • La fede è attesa (Eb 11,10), è un saper vivere con gli altri la vita quotidiana senza perdere di vista ciò che ha smosso il cuore, senza permettere alla spinta iniziale di essere solo un ricordo. Il Signore parla all’oggi della nostra vita e ci chiama alla sua presenza che ci provoca ad abitare con passione il mondo e il quotidiano ma senza incatenarvi il cuore.
  • Nel credere non mancano dubbi, passaggi difficili, tempi di aridità e di notte oscura: sono queste le occasioni in cui siamo chiamati ad offrire (Eb 11,17) al Signore e ai fratelli la nostra esperienza, a consegnarci con fiducia totale. Potremmo pensare a questi momenti come l’occasione per mollare tutto ma la sapienza di Dio ci insegna che sono proprio questi quelli in cui maturare un amore più grande per lui.

Camminare nel mondo verso il Signore, chiede anche di sapersi fermare, prendere il fiato, gustare il bello che ci circonda, dissetarsi e mangiare qualcosa, fare festa. Ed ecco il dono di tanti momenti di gioia, cercati o accolti, lungo le nostre settimane, uno fra tutti l’Eucaristia domenicale, sosta rigenerante per noi pellegrini.

– don Silvano, Casa Sant’Andrea