“Rendete a Dio quello che è di Dio” (Mt 22,21).
Una provocazione tendenziosa di alcuni farisei ed erodiani, offre oggi a Gesù l’occasione per farci riscoprire la preziosità nostra e di tutti ai suoi occhi.
“È lecito pagare?”, gli chiedono e Gesù risponde cambiando il verbo, da “pagare” a “rendere”: «Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio» (Mt 22,21). Sembra dire “avete avuto, restituite”, “restituite a Dio quello che è di Dio, restituite a Cesare quel che è di Cesare”.
In questo modo egli ci rende consapevoli che quanto siamo è anzitutto frutto di tanto dono. Siamo quel che siamo perché ci è stata donata la vita, un miracolo che nessuno avrebbe potuto darsi da solo, ma anche una famiglia, una casa, una società, un’istruzione, delle sicurezze, delle responsabilità, la fede. Siamo quel che siamo grazie al Signore e a tante persone che nella Chiesa e nell’intera società hanno fatto e fanno qualcosa per noi.
“Del Signore è la terra e quanto contiene: il mondo, con i suoi abitanti” dice il Salmo 24. Le persone e tutto ciò che ci circonda, sono un dono che proviene da oltre, da Dio e Gesù ci chiama restituire a lui tutto questo, ossia a valorizzare questi doni, prendendocene cura almeno come facciamo con il denaro. Le persone che abbiamo accanto, ogni donna e ogni uomo, sono una “moneta” offerta a noi per un bene più grande, sono nel mondo le vere monete d’oro che portano incisa l’immagine e l’iscrizione di Dio. A Cesare le cose, a Dio la persona, quella persona che lui “ha preso per la destra” (Is 45,1), che “chiama per nome” (Is 45,4), quell’“amato e scelto da lui” (cf. 1Ts 1,4).
Fermiamoci alla presenza del Signore in questa domenica, per riconoscere la grandezza di ciò che siamo, l’abbondanza delle sue attenzioni, la fiducia senza merito che ripone in noi, ma anche la ricchezza dei doni che mette nelle nostre mani. Lasciamo che la sua presenza illumini il nostro rapporto con le cose e con gli altri, tanto da scoprire che tutto è un dono da accogliere e da restituire con gratuità. La Giornata missionaria mondiale che ricorre in questa domenica, sia un appello a chiederci in che modo possiamo oggi e domani restituire la nostra vita a Dio e ai fratelli.
– don Silvano, Casa Sant’Andrea