“Poi vieni e seguimi”: “Quaresima è già risorgere con il Risorto, è ricominciare a seguirlo dopo averlo abbandonato”. L’editoriale di don Gianandrea Di Donna
«Guai a te, Corazìn! Guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidone fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a voi, già da tempo esse, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite» (Mt 11,21-21).
Gesù sferza le città di Corazìn e Betsàida che, affacciate sul lago di Tiberiade, avevano ascoltato invano la sua predicazione e visto i suoi prodigi. Egli ribadisce che persino le pagane città fenice di Tiro e Sidone, se avessero udito il suo Vangelo, si sarebbero convertite in cilicio et cinere.
Intravvediamo l’origine cristiana del Mercoledì delle ceneri, detto Feria IV in capite jejunii (inizio cioè del grande digiuno quaresimale) ispirato all’uso che i popoli antichi – e tra questi anche Israele – avevano di far penitenza, vestendo il cilicium (ruvida veste militare di peli di capra, detta in greco kilíkion, ovvero della regione della Cilicia) e cospargendosi il capo di cenere.
I segni, come le ceneri sparse sul capo, sono una realtà esterna; e noi – memori del monito di Gioèle (2,13) – sappiamo di dover lacerare il cuore e non le vesti. La Chiesa celebra la Quaresima usando il segno del digiuno, delle ceneri, della preghiera, dell’elemosina… e lo fa’ perché questi segni della fede, dall’esterno, spezzino la routine quotidiana e ci impongano nel cuore una sosta. Noi, compiendoli con la Chiesa, crediamo che sia il Signore stesso a compierli in noi, suo Corpo: lui digiuna, lui fa penitenza, lui prega, lui opera la carità attraverso le nostre opere. Il pungolo delle opere quaresimali ci rammenta che la Chiesa è uno strumento dell’amore di Dio e che risorgere, cioè passare (fare Pasqua) – scopo unico della Quaresima – significa amare perché resi capaci di ciò dalla potenza di Cristo crocifisso e risorto.
Quaresima è già risorgere con il Risorto, è ricominciare a seguirlo dopo averlo abbandonato. Passeremo al di là del Mar Rosso e il nostro Mosè sarà l’amore di Cristo, il suo Vangelo e la nostra sequela.
don Gianandrea Di Donna