Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’Universo – XXXIV Domenica del tempo ordinario/C
Siamo alla fine dell’anno liturgico e all’inizio di un nuovo cammino. Per alcuni giovani, poi, questa domenica segna l’inizio del Gruppo Vocazionale Diocesano, con molte attese, speranze e aspettative, un po’ come il popolo di Israele al tempo di Gesù.
Il popolo aspettava il Messia, aspettava un grande Re, cioè colui che avrebbe ricostituito il grande regno di Davide. Ogni giorno pregavano il Signore di inviare il suo Messia: era il sogno degli israeliti del tempo di Gesù. Essi nutrivano la speranza che il suo regno sarebbe stato eterno e universale.
Gesù è la risposta di Dio alle preghiere e alle attese del popolo d’Israele. È lui il Messia, il re che “dominerà da mare a mare, dal fiume sino ai confini della terra” (Sal 72,8). Come mai allora gli israeliti non lo hanno accolto? Perché gli anziani del popolo lo hanno fatto uccidere, invece di ungerlo re, come hanno invece fatto i loro antenati con Davide in Ebron? La ragione ci viene spiegata nel Vangelo. Gli israeliti sognavano un re ricco, avvolto in abiti preziosi, forte, seduto su un trono regale invece la regalità di Gesù è molto diversa dalle aspettative, speranze e attese del popolo. Un re così fa crollare tutti i loro progetti. Ma forse fa crollare anche i nostri progetti.
Allora sorge una domanda: anche noi nutriamo qualche aspettativa, speranza, attesa nei confronti di Gesù? Oppure per il nuovo cammino che stiamo iniziando? Quali sono queste aspettative, speranze e attese?
Ricordo l’inizio del mio Gruppo Vocazionale nel 2011. Era da due anni che l’animatore vocazionale di quel periodo continuava a consigliarmi questo percorso, ma inizialmente non accettai: avevo paura e pensavo di trovare le risposte da solo, ma dopo due anni di resistenze ed esitazioni decisi di fidarmi e di intraprendere questo cammino. Portavo dentro di me diverse domande, paure e dubbi sulla mia vita, mi aspettavo un certo itinerario, certe risposte, volevo scoprire la volontà di Dio sulla mia vita e speravo che tutto si chiarisse.
Ciò che porto nel cuore è che il Signore mi ha visitato e mi ha parlato dove meno me lo aspettavo. Questo percorso ha fatto crollare alcune mie paure, dubbi e mi ha permesso di conoscere meglio il Signore e ciò che abitava dentro di me… Mi ha donato la forza e il coraggio di prendere in mano la mia vita e dopo un lungo discernimento, tra alti e bassi, gioie e fatiche, decidere per una scelta.
Attorno alla croce di Gesù ci sono diversi gruppi di persone: c’è il popolo, i soldati, i capi di Israele e i due ladroni. Immagino noi tutti, all’inizio di un cammino e del gruppo vocazionale, come parte del primo gruppo di persone, cioè del popolo che sta ad osservare stupito, perplesso e questo popolo rappresenta tutta quella gente ben disposta a seguire questo re ma vuole prima capire chi è questo Gesù e qual è il progetto di Dio. Davanti a questo Re Crocifisso, molte persone, molti giovani hanno scoperto la loro vocazione, hanno intuito la sua chiamata… L’augurio che ci facciamo è di lasciarci anche noi attirare dal suo sguardo, colpire dal suo volto d’amore, ricco di misericordia. Lasciamoci trafiggere il cuore dal suo invito e dal suo desiderio di fare di noi dei cristiani felici.
Nell’Eucaristia domenicale, affidiamo al Signore la nostra vita con le nostre attese, aspettative, speranze, con i nostri desideri e sogni e forse anche qualche paura e perplessità. Facciamo nostra l’invocazione fiduciosa e sincera del buon ladrone: “Gesù, Ricordati di me nel tuo regno!”. Sì… Ricordati di noi e dei giovani che oggi iniziano il Gruppo Vocazionale Diocesano: assistili con il tuo Santo Spirito nel loro cammino di ricerca e di ascolto della tua Parola e sii loro sostegno e compagno di viaggio nella quotidianità.
– Luca Gottardo, diacono