Alcuni Magi vennero da Oriente a Gerusalemme. Videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. (Mt 2,1.11)
Fino a qualche anno fa l’Epifania era la festa per eccellenza dei doni con la tradizionale befana o marantega veneziana che faceva arrivare a bambini e ragazzi una calza con dei dolci oppure anche un gioco o un altro regalo atteso da tempo. Ora, molto di questa tradizione è stato anticipato nel Natale, con alcune caratteristiche meno casalinghe e più commerciali. Nel Natale riceviamo il dono dei doni, la nascita del Figlio di Dio, per cui è bello poter segnare questo evento anche con uno scambio di doni: non era per niente fuori posto, tuttavia, farlo proprio nel giorno dei Magi. Oggi il Signore si rivela alle genti, a tutti i popoli, e noi li riconosciamo in alcuni uomini venuti dall’oriente a trovare Gesù ma a questa manifestazione del Signore essi rispondono portandogli dei doni, dell’oro, dell’incenso, della mirra. Questi uomini riconoscono in Gesù un dono grande e senza timore glielo dicono prostrandosi verso di lui e dandogli delle cose preziose e significative.
Donare è un’arte che si impara e non si improvvisa. È più facile fare dei regali che dare un dono. I regali possono anche essere importanti ma se non sono accompagnati dalla cura personale rimangono privi di valore. I regali non hanno bisogno di grande riflessione o preparazione: basta un giro a fare shopping o un clic su una app e una carta di credito e sono pronti, magari inviati senza neppure avere il disturbo di portarli di persona. I doni, invece, chiedono di mettersi in movimento, di lasciarsi incuriosire da una stella, seguirla, affrontare distanze, maturare un’esperienza d’affetto e d’amore per la persona che si va a trovare.
Per fare un dono è necessario compiere un cammino materiale e spirituale come i Magi. Per fare un dono è necessario chiedersi cosa potrebbe far piacere all’altro, di che cosa ha bisogno o che cosa desidera, cosa potrebbe essere significativo per dire la relazione che c’è con lui, cercare la cosa più adatta a tutto questo, sceglierla, prepararla e poi andare dalla persona cara e consegnargliela. Nel frattempo è la propria interiorità che cammina, sono i propri pensieri e i propri affetti che si mettono in movimento verso l’altro.
Fare un dono significa riconoscere la dignità dell’altra persona, la sua preziosità, la sua unicità, avvertire dentro di sé che l’altro è importante per noi, ci è necessario, ci completa, ci arricchisce, in fin dei conti è un dono per noi.
Il vero dono è fatto nella gratuità e nella libertà del cuore. Anzitutto il dono non chiede contraccambio, non aspetta nulla in cambio, ma si compiace della gioia dell’altro. Il vero dono, però, è anche accompagnato dalla liberta: all’altro posso dedicare tempo e attenzioni, ma senza intralciare il suo percorso, senza legarlo a quanto gli dono o faccio per lui. Il vero dono domanda di non aver fretta, di dare tempo alla relazione, ma allo stesso tempo, di lasciare in fretta spazio all’altro perché continui la sua vita, perché incontri anche altri oltre a me, senza ingombrare i suoi spazi, senza occupare tutta l’aria della sua casa, senza legarlo a sé.
Probabilmente mentre condivido queste riflessioni stanno emergendo volti, nomi, situazioni presenti o passate di doni o regali dati e ricevuti, come pure di relazioni belle, riconoscenti e libere e altre un po’ invischianti o stagnanti. Possono emergere tuttavia anche altre prospettive, più legate al nostro essere Chiesa e al nostro essere nel mondo. Nel cammino dei Magi e nel loro piegarsi verso Gesù con dei doni vi è anche una chiamata ad essere Chiesa capace di donare, comunità cristiana attenta non solo alle necessità dell’altro, alle sue povertà ma anche alla sua dignità, al suo essere dono per noi e metterci in cammino verso di lui nella gioia della gratitudine. Nel mettersi in movimento e nel donare dei Magi potremmo anche vedere il nostro personale farci dono, il fare dono della nostra vita agli altri, a qualcuno: a chi posso donarmi? A chi posso donare me stesso? Di quale dono ha bisogno la Chiesa? Di quale dono ha bisogno il mondo? E con cuore gratuito e libero fare un cammino materiale e spirituale per portare il nostro dono.
– don Silvano, Casa Sant’Andrea