“Alzatevi e levate il capo” (Lc 21,28)
Inizia un tempo nuovo, un nuovo anno liturgico. Vivremo i periodi dell’Avvento, Natale, tempo ordinario, Quaresima e Pasqua. Lo faremo ancora una volta, soprattutto ascoltando il Vangelo secondo Luca, ma non sarà una semplice ripetizione. Non siamo gli stessi che hanno vissuto questi periodi negli anni scorsi, ma soprattutto Cristo è sempre novità per la nostra vita.
Il tempo che scorre è una delle esperienze più ordinarie, ma anche difficili da cogliere. Spesso non viviamo appieno il tempo. Non lo dico pensando solo alle inutili perdite di tempo, ma piuttosto al fatto che tante volte il cuore e la mente sono lontani dal presente. Viviamo nella nostalgia del passato oppure scappiamo da esso, perché memoria di esperienze dolorose. Fantastichiamo sul futuro facendo sogni fumosi, oppure nemmeno vi pensiamo per paura di non poterci addentrare. L’inizio di un tempo nuovo è l’occasione per riprendere confidenza con la concretezza della vita, quella scelta anche da Dio che ha voluto abitarla a tal punto da farsi uno di noi. Ogni istante, ogni minuto vissuto con una persona cara o da soli, facendo una cosa piacevole o difficile è un dono prezioso ed è un peccato lasciarselo sfuggire senza provare ad accoglierlo, a gustarlo, a viverlo. Siamo frutto del passato e chiamati a costruire il futuro nostro e degli altri, ma l’unica realtà è il nostro qui e ora ed è in ogni concreto presente che si realizza la nostra esistenza.
Vivere il presente non significa frenare la testa e il cuore dalla fuga nel passato o nel futuro, ma anzitutto aprirsi alla presenza di colui che è il Presente, colui che ha vinto la morte e ora vive per sempre, il Signore! Il Signore è venuto nel mondo facendosi carne e tornerà un giorno quando lo vorrà il Padre, ma anche ora è qui, è vivo tra noi, Parola che ci chiama, volto che ci contempla, presenza che ci salva. La sua presenza è la realtà più grande del nostro presente: non sono importanti anzitutto le gioie del cuore, per quanto un dono grande, e non lo sono nemmeno le fatiche o le esperienze drammatiche che altri oppure noi stiamo vivendo. Il Signore è la grande verità, quella che non passa e permette di vivere davvero ogni realtà. Tutto passa e ha un limite: ogni esperienza bella, come pure ogni dramma. Lui, però, non passa: è vivo e rimane per sempre. Nel nostro presente abbiamo l’occasione di riconoscerlo vivente, di accoglierlo, ascoltarlo, stare in comunione con lui e insieme a lui creare qualcosa di grande, di bello, di eterno, come lui, ossia fatto di “amore vicendevole e verso tutti”.
“Alzatevi e levate il capo” ci dice Gesù. Ecco gli atteggiamenti con cui abitare il presente. Non da seduti o stesi, ma mettendosi in piedi, facendo forza con grinta sulle braccia e sulle gambe, pronti ad affrontare le chiamate del Vangelo. E con il capo levato, ossia a fronte alta e con gli occhi che guardano la realtà, che scrutano l’orizzonte, che cercano la presenza del Signore che viene in ogni volto, in ogni esperienza, in ogni angolo della natura, di una grigia aula di studio o di un posto di lavoro, in una gioia, ma anche in una tensione, in un conflitto o in un dramma. In movimento e con gli occhi aperti: così siamo chiamati a vivere il nuovo anno liturgico e l’Avvento, desiderosi di incontrare il Signore che viene a realizzare le sue promesse di bene, che come germoglio spunta e cresce in mezzo a noi.
– don Silvano, Casa Sant’Andrea