“Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre” – Santa famiglia di Nazareth, anno A

Tra le tante cose che sappiamo già della nostra famiglia, delle famiglie che conosciamo, di altre di cui sentiamo parlare nella cronaca rosa o nera, oggi si inserisce una notizia diversa, una notizia buona e nuova, un Vangelo. A pochi giorni dal suo Natale, il Signore viene ad annunciarci con forza che la famiglia non è solo il luogo di tanta ordinarietà, a volte percepita pesante e vuota, tanto meno solo il luogo di tante fatiche, ma una chiamata, uno dei luoghi privilegiati da lui per nascere, dimorare e mostrarsi.

Per venire nel mondo e illuminare le tenebre in cui è immerso il suo popolo, Dio non sceglie effetti speciali, modalità sorprendenti ed estranee alla quotidianità, ma un modo normale, semplice, tanto da passare inosservato ai più o venire frainteso: chiede ad una donna di fargli spazio nel corpo, per vivere e crescere insieme a un padre e una madre. Dio entra nel mondo alla maniera di ogni persona, abitando in una famiglia: solo a partire da qui, poi illumina l’intera umanità, l’umanità tutta di ieri, di oggi e di domani. In questo modo viene a benedire ogni famiglia umana e ogni quotidianità famigliare: ci dice che la famiglia è luogo scelto da lui, che l’ordinario delle nostre case è vita vera, degna di essere vissuta, luce per il mondo intero. Il vivere nel segreto e nel silenzio di ogni famiglia è benedizione per il mondo, buona notizia per tutti: quel bene che si cerca di vivere ogni giorno è luce per la propria casa, ma anche per una nuova umanità, promessa di salvezza per tutti.

Le nostre famiglie, come quella di Gesù, Giuseppe e Maria affrontano tante prove: la salute che viene a mancare, l’incertezza economica, il conflitto che sembra impossibile affrontare, la delusione di vedere le persone che prendono strade diverse da quelle testimoniate con tanto impegno, delle infedeltà o delle scelte affettive immature. La famiglia di Nazareth affronta tutto questo lasciandosi suggerire dal Signore le scelte da compiere. Il Vangelo di oggi ci parla di un sogno che raggiunge Giuseppe: è un modo concreto per dirci che egli si lascia raggiungere dal Signore nel silenzio, che egli riesce ad ascoltare la Parola di Dio e sceglie non a partire da sé soltanto, dal buon senso, ma secondo la volontà del Signore. Anche noi, le nostre famiglie, siamo chiamati ad ascoltare Dio e vivere le giornate, nonché le prove della vita, lasciandoci accompagnare da lui. Dio ha una Parola capace di custodire la vita, di indicare la strada, di dare forza per camminare insieme. Sappiamo che ascoltare non è semplicemente sentire: sentiamo il marito o la moglie dire tante cose… ma non tutte le ascoltiamo; i figli o i genitori ci parlano attraverso i loro silenzi e i loro atteggiamenti, ma non sempre riusciamo o vogliamo ascoltare tutto questo. Così con Dio. Tuttavia, ascoltare il Signore non è impossibile e quando riusciamo è promessa di futuro che si apre dinanzi a noi: Giuseppe ha ascoltato il Signore e così ha custodito dalla morte la sua famiglia, ha permesso al futuro di spalancarsi dinanzi al figlio Gesù e a Maria.

Ci sono tante coppie che riescono a difendere e scegliere del tempo per leggere e meditare insieme il Vangelo del giorno o cercano di dare spazio al dialogo e al confronto per leggere con occhi di fede la vita quotidiana. È anche di questo che c’è bisogno per vivere la famiglia come casa in cui Dio viene ad abitare, cresce e si manifesta al mondo. Se la famiglia non fa posto anche al silenzio, come potrà ascoltare e ascoltare il Signore che le parla per custodirla, accompagnarla, aprirle dinanzi il futuro? Sia questo anche il passo che noi tentiamo e ritentiamo di fare nella casa in cui abitiamo, per accogliere la luce del Natale e rifletterla in ogni ambiente in cui entriamo.

– don Silvano, Casa Sant’Andrea

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