“Benedirete” (Nm 6,23).
Quando qualcuno dice bene di noi, non il parlare ruffiano ma quello sincero di chi ci conosce, in genere il cuore sembra diventi più leggero. Non credo sia perché viene accarezzato il nostro orgoglio ma perché avvertiamo un segno di affetto, una tenerezza, una stima sincera della parte buona di noi. Questo dire bene di noi è cosa quotidiana in casa di Dio: egli vede le nostre debolezze, le nostre infedeltà, il nostro peccato ma vede anzitutto quel buono che siamo, quel bene che siamo oltre la patina esterna di certi atteggiamenti e si compiace di noi, si illumina quando ci pensa, quando ci guarda e la sua luce si riflette sul mondo. Siamo i suoi figli e come ogni padre è sanamente orgoglioso delle sue creature.
Uno stile come quello di Dio sembra quasi fuori luogo oggi con l’esperienza che stiamo vivendo da alcuni mesi e che ha fatto sentire in modo forte l’incertezza e la fragilità umana. Come benedire con questo cuore appesantito dalla tristezza, dal dolore, dalla paura, dall’incertezza?
La Parola di oggi sembra voler forzare questi sentimenti e pensieri e incoraggiarci a rompere la scorza indurita del cuore per lasciar uscire delle carezze, la tenerezza, la bontà, aprirlo a un respiro più ampio e benedire gli altri, la vita, Dio.
In questa possibilità non sempre scontata si fa alleata Maria, la madre di Gesù. Dentro all’alloggio improvvisato, disadorno se non anche disordinato, con un via vai di gente, rumori e voci, lei riesce a ritagliarsi uno spazio per meditare tutto ciò che le sta accadendo, ossia mettere insieme i diversi fatti che l’hanno coinvolta nelle ultime ore e negli ultimi mesi per trovare un ordine e un senso, il disegno di Dio. Ecco l’atteggiamento necessario anche a noi per riconoscerci benedizioni di Dio, per riconoscere gli altri e la vita come sua benedizione e imparare a esprimere gesti e parole di benedizione per tutto e tutti in modo quasi spontaneo e non certo forzato. D’altra parte è anche il disordine del cuore che ci fa essere duri se non anche a maledire la vita, le persone, Dio. Il cuore confuso, disordinato, dedito a cose che non fanno bene, non riesce a trovare piacere e gioia per benedire, tanto meno motivi consistenti per farlo: ai suoi occhi tutto risulta banale, inutile, ostacolo per la propria realizzazione.
Se c’è un proposito che possiamo fare all’inizio di un nuovo anno ancora carico di incertezze e fatiche, è quello di metterci da parte ogni giorno, ogni settimana, ogni mese per provare anche noi, come Maria, a mettere ordine in quanto viviamo, così da riconoscere tutto il bene che il Signore semina nell’esistenza nostra e poi dare spazio sinceramente alla benedizione.
– don Silvano, Casa Sant’Andrea