La traccia della testimonianza di suor Maria Chiara Ferrari, suora Francescana dei poveri, alla veglia vocazionale diocesana dello scorso 8 maggio.
VA’…
Ciao a tutti, sono suor Maria Chiara, francescana dei poveri dal 2014, ho 30 anni, abito qui a Padova e sono originaria della provincia di Brescia.
Non mi è mai piaciuto stare ferma, mamma racconta che quando ero piccola e mi portava a spasso tenendomi per mano io camminavo sempre avanti a lei e la trascinavo per strada, crescendo il mio passo non è rallentato di molto, anzi, correvo sui campi di atletica e di pallavolo ed anche oggi direi che continuo ad andare!!!
Il mio primo incontro con Dio a 19 anni, durante una missione popolare, nella gioia profondissima sperimentata nelle relazioni, ho capito che Dio era da sempre presente nella mia vita, mi amava e aveva messo attorno a me un sacco di persone che mi avevano aiutata a crescere serena e spensierata, in primis la mia famiglia. L’amore che tutto d’un tratto riconoscevo nella mia vita era immenso…la sfida che sentivo era quella di non trattenerlo, ma restituirlo! Sentivo l’invito di Dio ad andare, si ma dove??
La prima occasione il campo invernale degli adolescenti, il mio contributo in quei giorni?? Cercare di colpire il maggior numero di ragazzi possibile con le palle di neve! Fantastico!
E poi, dove andare? Il nonno che alle elementari mi aveva insegnato le tabelline, cominciava ad invecchiare, ho sentito l’appello del Signore: “Vai, ora ha bisogno lui”. E così sono andata a dormire giù di sotto, a casa del nonno, nella camera da letto accanto alla sua, per metterlo a letto e poi, più tardi, riportarcelo quando cominciava a vagare per casa senza sapere dove era.
All’università mi sono iscritta a medicina, sognavo di aiutare. Io avevo le mie belle idee su come fare, ma il Signore non ci ha messo molto a farmi capire che aveva da insegnarmi Lui parecchie cose!
Il giorno prima di iniziare il tirocinio ho partecipato alla professione perpetua di una suora. Il carisma di quella famiglia religiosa ha decisamente influenzato la mia esperienza: “riconoscere le ferite di Cristo in quelle dell’umanità povera e sofferente”. E così eccomi ad andare in chirurgia, il giorno seguente, a riconoscere nelle ferite dei pazienti le stesse di Cristo. Dio aveva cominciato a plasmare i miei gesti di assistenza.
Vista l’esperienza forte, sono andata a trovare le suore a Roma per dei giorni di servizio in alcune mense per i poveri. L’incontro con storie tristi e occhi delusi mi aveva distrutta, come poteva Dio permettere tanta sofferenza. Mi sono fermata in cappella, guardando il crocifisso, pian piano il Signore mi ha fatto capire che salendo sulla croce Lui si è fatto vicino ad ogni sofferenza. Ed io, potevo stare ferma di fronte al dolore, far finta di non vedere… ho chiesto al Signore che mi aiutasse a capire dove andare.
Per trovare la luce vai, intraprendi un tempo di discernimento, cammina!!! Così in quell’anno sono tornata a trovare le suore alcuni week-end per un percorso di crescita umana e spirituale. La sera del giovedì Santo, in compagnia di Gesù, modello d’amore, si è fatta chiara la strada da percorrere! La formazione dell’università non mi bastava, “Vai, parti per un anno di centro giovanile, condividi con le suore preghiera, vita concreta e servizio ai poveri, lì ti insegnerò ad amare”.
Un giorno una donna mi ha consegnato una ferita di cui non aveva mai parlato con nessuno, abbiamo pianto insieme per quel peso portato troppo a lungo e perché finalmente, consegnandolo a me, era riuscita a far entrare Dio in quel dolore. Il Signore mi aveva usata per un’opera tanto grande e prometteva che mi avrebbe inviata ancora dai suoi poveri se gli avessi dato la mia disponibilità, potevo tirarmi indietro? “Eccomi Signore, se Tu vuoi, posso andare!”
Era sempre più chiaro che la strada che il Signore mi proponeva era quella della consacrazione, prometteva che mi avrebbe aiutata a fare di ogni fatica la spinta per avvicinarmi di più a Lui. Le ultime resistenze sono cadute di fronte ad un dipinto, sentendo l’invito delicato di Maria: “Vieni? Sai che questa è la tua strada per salire al Cielo, io camminerò con te”.
E così eccomi, suora francescana dei poveri, al terzo anno di studi in infermieristica, che va, seguendo l’invito del Signore, a sanare le sue piaghe nell’umanità povera e sofferente, non da medico come pensavo un tempo ma da sorella, compagna di cammino, su e giù per le corsie dell’ospedale e, per ora, chinata sui libri a studiare per stare alla sua presenza, sentire che mi ama e mi chiama ad andare. “Vai, Maria Chiara, io sono con Te”.