COME UN MANDORLO IN FIORE

Riflessione a voce alta.

 

COME MANDORLO IN FIORE
 
Come un mandorlo in fiore! Così vedo la Chiesa di oggi. Pieno di colori vivaci, imponente nella sua bellezza eppure anche così fragile. Il mandorlo è il primo albero a fiorire in primavera e l’ultimo a dare i frutti! Un mandorlo in fiore in riva ad un corso d’acqua che nasce da quella sorgente che è la Chiesa di Padova che ci ha dato la fede. Un mandorlo in fiore è come un “grembo”: prepara con la sua chioma vistosa i frutti che verranno!
Mi piace questa immagine perché mi parla di bellezza e di fragilità insieme. Un mandorlo in fiore è uno spettacolo della natura, ci viene donato ogni anno a primavera eppure quei fiori sono così fragili che un vento forte può spazzarli via lasciando l’albero spoglio, ma non morto. Anzi pronto a dare il meglio: i frutti!
Penso alla Chiesa così! Vivace, talvolta imponente nella sua bellezza, piena di tanti colori eppure carica di una bellezza che prepara ad un “di più” che verrà.
La Chiesa fiorita la immagino come popolo di Dio. Questo popolo che insieme è capace di mostrare la sua bellezza e che riceve i raggi del sole che gli danno vita. Un popolo di Dio che scopre la sua bellezza nell’essere insieme, unica chioma.
Vorrei fermarmi e guardare da vicino alcuni dei fiori che abbelliscono il mandorlo fiorito, la loro straordinaria bellezza, i colori vivaci e la diversità che ogni fiore porta in se.
I fedeli laici: un fiore! Quanti cristiani, uomini e donne, appassionati di Gesù Cristo e della sua Chiesa si incontrano per le strade delle nostre città, dei nostri paesi, delle campagne, dei monti. Uomini e donne che amano la chiesa, se ne sentono sempre più parte e stanno scoprendo in questi anni che la loro appartenenza non è “come spettatori passivi” ma da veri protagonisti. Protagonisti come ci ricorda il Concilio Vaticano II e corresponsabili nell’edificazione dell’unico corpo che è la chiesa. E così si scopre sempre di più la bellezza di essere membra! Un membro vivo dell’unico corpo. È un fiore stupendo quello fatto di laici che riscoprono un’appartenenza profonda alla Chiesa: ne sentono la mancanza ma soprattutto scoprono che la Chiesa non appartiene al clero, ma è di tutti! E ancora: nella Chiesa il prete ci dona l’essenziale: il corpo e sangue di Cristo e il Suo perdono! E così insieme ai fedeli laici anche noi preti riscopriamo una novità: i laici non sono semplici esecutori ma costruttori insieme dell’unico corpo. Anche la mancanza di vocazioni può diventare un segno di speranza. La speranza che nasca in ciascuno la consapevolezza che la Chiesa è Popolo di Dio e che preti e laici la costruiscono insieme con ministeri e carismi differenti.
La stima tra laici e preti: un fiore! I tempi impegnativi che stiamo affrontando ci mettono davanti una grande opportunità: lavorare insieme, in sinergia, con lo stile della sinodalità. È un dono dello Spirito Santo la comunione e la capacità di lavorare insieme. E rende ancora più bella la chioma del mandorlo. Certo questo significa anche affrontare delle fatiche, delle incomprensioni. Ma ciò non ci scoraggia, anzi ci invita a una revisione circa le nostre personali presunzioni e sicurezze fondate spesso solo ed esclusivamente sulle nostre capacità. L’unica sicurezza è nel frutto. In Gesù!
L’iniziazione cristiana: un fiore! Che bella una chiesa che si interroga sul come trasmettere il dono della fede a chi verrà. Mi piace pensare che la nostra Chiesa diocesana impegnata a rivisitare l’itinerario della iniziazione cristiana è una Chiesa viva che vuole trasmettere vita: trasmettere Colui che è la vita: Gesù! E la bellezza della Sua Presenza. Spero davvero che questo itinerario che inizia ci trovi tutti più umili e disponibili a lasciare parlare lo Spirito Santo. Perché ci indichi Lui stesso le strade da percorrere.
Gli amici preti che ci hanno lasciato in questi ultimi mesi: un fiore! Ci sono fiori stupendi nel nostro presbiterio e ce l’hanno testimoniato don Gimo, don Danilo, don Rizieri, ma anche don Ruggero, don Giuseppe Pavanello, don Lucio Ferrazzi e tantissimi altri. Fiori i cui petali sono caduti in terra per lasciare posto al frutto e così realizzare quella parola che dice “se il chicco di grano caduto in terra non muore non porta frutto, se invece muore…”. Questi petali sono caduti in terra senza fare troppo rumore, altri fiori invece forse più appariscenti appassiscono attaccati all’albero senza lasciare spazio ai frutti.
La fede semplice e genuina di tanti fratelli e sorelle cristiani: un fiore! È edificante ascoltare e vedere tanti nostri cristiani che incarnano nel loro quotidiano una fede umile e semplice. Talvolta nascosta eppure più potente di tante parole e imprese imponenti.
I giovani, i ragazzi, i fanciulli: fiori! Sono i fiori prediletti perché sono i fiori più robusti, appena sbocciati. E in questo momento mi torna in mente il volto di un ragazzino di prima media che ogni domenica in compagnia del fratello più piccolo e del papà si recano dalle sei alle sette del mattino in chiesa per un’ora di adorazione. Vedere i suoi occhi luminosi quando ne parla e sentire da lui quanto attende quel momento, lo desidera e lo prepara… fa venire in mente davvero i fiori più belli! Ma anche i tanti giovani che nelle nostre comunità vivono una fede genuina, talvolta combattuta e talvolta caratterizzata dalla ricerca. Giovani in cerca di senso da dare alla loro vita, così carica di cose e di situazioni…! Ma anche quei giovani che della Chiesa non ne vogliono più sapere, anche questi sono fiori che forse aspettano solo un nostro sguardo, che ci avviciniamo per guardarli, per riconoscerli nella loro bellezza! Quanti fiori nascosti attendono la luce che li riscaldi un po’ e che dia loro un po’ di luce!
Gli anziani: un fiore! Sono i fiori maturi, presenza sapiente di chi nella vita ne ha vissute e viste tante e alla fine si accorge che il bello deve ancora venire: dopo il fiore c’è il frutto! E così penso alla serenità e alla gratitudine di tanti nostri anziani che guardano avanti! Che hanno ancora la forza di guardare avanti! Che danno speranza nel vedere una vita che non va verso la fine ma verso il fine!
Chissà di quanti altri fiori è arricchito questo mandorlo! E ciascuno ha il proprio nome e la propria storia.
Amo pensare che questa è la Chiesa di oggi: bella, colorata, variopinta, fragile ma che prepara proprio così il frutto che le è chiesto di donare al mondo intero: Gesù! Il Cristo Figlio di Dio!
 
Don Marco Galante
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