“Concedi al suo servo un cuore docile”. (1Re 3,9)
Università o lavoro? E se andassi all’estero? Per quale partito voto? Queste e tantissime altre domande abitano il cuore dei giovani, fino anche a domande come: “Mi sposo? Divento prete? Entro in convento?”. Continuamente siamo chiamati a compiere delle scelte e sappiamo bene che per realizzare la nostra vita dobbiamo scegliere ciò che è davvero buono per noi e per gli altri. A volte riusciamo a farlo, altre preferiamo non scegliere, altre ancora scegliamo degli espedienti o delle false strade.
“Concedi al suo servo un cuore docile”. Come noi, anche il giovane re Salomone ha delle scelte da compiere: per farle, tuttavia, non si fida del suo buon senso, non interpella anzitutto i saggi di corte, ma si rivolge a Dio, invocando da lui un cuore docile, consapevole che il vero bene da compiere lo conosce solo lui e che per scoprirlo e realizzarlo ha bisogno di ascoltare la sua Parola e metterla in pratica. Quanto chiede è il dono del discernimento, parola impegnativa, familiare a chi bazzica in un gruppo vocazionale, a chi ha partecipato al camposcuola “Senza se, senza ma” di quest’estate con l’AC di Padova, ma anche a tante parrocchie e gruppi che dopo il Concilio Vaticano II hanno scoperto l’importanza del discernimento comunitario per compiere delle scelte secondo la volontà di Dio. Discernere significa interpretare la realtà con gli occhi e il cuore di Dio e ciò è possibile farlo soltanto se siamo in profonda comunione con lui, grazie alla preghiera, all’ascolto della sua Parola, a una quotidiana confidenza con le virtù vissute da Gesù e consegnate dalla Chiesa.
Non è immediato quando dobbiamo compiere una scelta cercare il confronto con il Signore: ci viene più immediato fidarci dell’esperienza, che sicuramente ci ha aiutati in tante occasioni, o del buon senso o degli schemi già sperimentati. Non è detto, tuttavia, che non si possa cambiare e imparare dei passi di vero discernimento. Lungo i secoli la Chiesa ha maturato anche dei metodi per farlo, grazie a tanti maestri dello spirito: ciò che li contraddistingue tutti, però, è l’ascolto della Parola di Dio, anzitutto quella scritta nella Bibbia, un ascolto attento, ampio, calmo, vissuto in un sincero clima di preghiera. Solo così lo Spirito è capace di raggiungere il cuore della persona, di un gruppo, di una comunità o della Chiesa. È questo il vero “tesoro”, la “perla preziosa” capace di farci correre nella vita verso una meta autentica e non illusoria. Il Vangelo è luce che illumina la strada oscura, vento che spazza via la nebbia, tenacia che permette di camminare anche dopo aver percorso strade sbagliate.
Signore, la nostra vita assomiglia a un labirinto con sentieri liberi e altri ciechi: a volte ci troviamo da soli, altre insieme a qualcuno; a volte arriviamo alla meta, altre rimaniamo bloccati. Abbiamo bisogno della tua presenza e della tua Parola per scegliere il percorso buono, per compiere scelte autentiche e responsabili, per vivere la nostra vocazione. “Concedi al suo servo un cuore docile” e la disponibilità ad ascoltare e vivere la tua Parola.
– don Silvano, Casa Sant’Andrea