“Giorno e notte” (Lc 18,7). XXIX domenica del tempo ordinario, anno C

Qual è il nostro rapporto con la perseveranza e quali pensieri o emozioni fa nascere dentro di noi sentire pronunciare questa parola? Personalmente mi fa venire in mente alcune persone che vedo essere fedeli e costanti nel loro impegno, sposi che rinnovano la loro scelta anche dopo tanti anni di matrimonio, genitori che si prendono cura giorno dopo giorno dei figli nonostante le fatiche dell’educare, preti che si dedicano da tempo e con amore alle loro comunità, persone che fedelmente, anche nel silenzio e in modo nascosto si dedicano alla vita parrocchiale. E scopro che dentro di me c’è tanta stima per tutti loro, soprattutto per coloro che vivono la perseveranza con gioia, con amore: quanto bene mi fa incontrare persone fedeli e gioiose. Allora mi interrogo e mi chiedo dove attingono le forze e le energie per portare avanti nel tempo i loro impegni, per continuare ad amare nei tempi lunghi, per non lasciarsi trascinare dall’abitudine e dal pessimismo. E scopro che sono persone appassionate, ossia che dentro di sé hanno un amore. Certo, come me hanno giorni in cui si sentono incerte e affaticate, ma dentro hanno una passione per il bene, per il bene comune assieme al desiderio di farlo crescere pronti anche a metterci del proprio.

Perseveranza. Mi pare sia questa oggi la parola che il Signore vuole che noi ascoltiamo, che sia suo desiderio donarcela, farcela comprendere, accoglierla e farla diventare parte della nostra vita. Tutte le letture di oggi portano con sé questo atteggiamento. Nella prima è raccontata la perseveranza del popolo in battaglia e quella di Mosé sul monte e quanto più Mosè è perseverante nella preghiera tanto più il popolo vince la battaglia. Nella seconda lettura, poi, Paolo ha esortato il vescovo Timoteo e tutti noi a insistere nell’annunciare il vangelo, ci ha scongiurati di non mollare in questa grande impresa. E nel Vangelo, infine, Gesù ci ha chiesto di chiedere con insistenza, di non smettere mai di pregare e di impegnarci per la giustizia, tanto da sembrare molesti con il Signore e con le persone.

Ma anche questa perseveranza ha bisogno di un amore, di una passione, altrimenti si lascerà andare all’abitudine.  Ed ecco allora che ritroviamo le ultime parole di Gesù, il suo invito a fidarci, a credere, ad avere fede. e ciò non tanto come un nostro darci da fare, un gesto di volontà, un voler crederci, un insistere a credere, ma piuttosto un credere che abbiamo Dio accanto a noi, che lui ci è vicino, si è fatto uno di noi, ci ama. Noi possiamo essere perseveranti e possiamo non perché siamo bravi, capaci, perché abbiamo tante doti umane, ma perché abbiamo la certezza di essere amati dal Signore, la certezza che lui ci porta nel cuore. Questa certezza è grande, è l’amore che può darci la perseveranza nel portare avanti giorno dopo giorno la buona battaglia delle nostre responsabilità, della nostra missione, ma anche nel vivere la preghiera, l’annuncio del Vangelo e l’impegno per il bene, per la giustizia. Solo se abbiamo passione possiamo essere perseveranti e solo se conserviamo nel cuore la certezza che Dio è appassionato di noi e ci porta nel cuore riusciamo ad essere fedeli anche nel tempo a quanto lui ci chiede.

Nel giorno della Giornata Missionaria Mondiale, chiediamo al Signore di rinnovare in noi, in tutti i battezzati e in tutti i missionari la passione per la fede, perché abbiamo da essere perseveranti nel testimoniare il Vangelo, nel condividerlo con gli altri.

– don Silvano, Casa Sant’Andrea

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