I verbi della Settimana Santa

 

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“E qui fecero per lui una cena: Marta serviva e Lazzaro era uno dei commensali” (Gv 12,2)

Stare a tavola con calma permette di gustare convivialità, racconti, ricordare i lontani. È servire, accogliere, dare spazio alla mensa quotidiana che richiama quella eucaristica, che ci manca. È alimentarci di affetto, conservare gesti per giorni bui. Come quel profumo, impregnato in Gesù, che lo accompagnerà alla croce. Cenare con Gesù è aprirgli la porta, farlo entrare, lasciargli la possibilità di servirci delizie, di dare sapore alla vita! Ogni invito è Grazia di Dio. La foto lo dice: amici in isolamento, un compleanno a distanza, in tavola il bene. Gesù ha sempre gradito la tavola: si autoinvitava, moltiplicava, spezzava, benediceva, cuoceva per tutti.

frecciaIn una Pasqua isolata, accettiamo l’invito del Risorto. “Gustate e vedete com’è buono il Signore; beato l’uomo che in lui si rifugia” (Salmo 33).
– Silvia, Ordo virginum

 

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