Il racconto di “Tu e non altri”, camposcuola vocazionale per i giovani sui passi di don Tonino Bello

“TU E NON ALTRI”

Camposcuola vocazionale per i giovani sui passi di don Tonino Bello

Puglia, 22 – 28 luglio 2020

Giorno 1 – IL VIAGGIO

Ci si trova alle ore 5.30 a Rubano (Pd) per la partenza. Siamo in 33 giovani, dai diciannove ai trentacinque anni, non tutti si conoscono, anzi il gruppo rappresenta bene la vastità e la grandezza della diocesi. Ci aspettano circa dodici ore di viaggio. Ben presto il sonno e la timidezza iniziale ci lasciano per lasciare spazio alla conoscenza, a qualche canto con la chitarra, a qualche gioco, creandosi così fin da subito un gruppo unito e affiatato. Molte e differenti sono le nostre aspettative ma in particolare tutti ci vogliamo lasciare stimolare dagli incontri che vivremo e da questa figura che poco conosciamo, don Tonino.

Giorno 2 – VOCAZIONE

La parola che ci ha accompagnato in questa prima giornata è spesso mal interpretata, come talvolta la parola discernimento: sono parole che subito spaventano e nelle quali poco ci soffermiamo. In questa giornata grazie alla testimonianza di don Gigi, che ci ha presentato don Tonino, e Sofia che ci ha parlato del suo cammino vocazionale, abbiamo compreso che ognuno di noi, nella sua vita, è chiamato a vivere in pienezza, a seguire e fare la volontà di Dio, in tutti i contesti della vita e che ci sono degli strumenti a nostra disposizione per compiere questo percorso.

Giorno 3 – NELLA STORIA

In questa giornata a Tricase abbiamo incontrato don Flavio, parroco attuale: ci ha raccontato come don Tonino, da parroco, abbia toccato il cuore delle persone, rinnovando lo stile parrocchiale e portando al centro della comunità la povertà e gli ultimi. Nell’ascoltarlo e nel prendere conoscenza del suo stile “rivoluzionario”, del suo saper guardare aventi al futuro, ci siamo sentiti provocati a fare una riflessione sulla nostra parrocchia o unità pastorale e sul nostro stare in comunità.

Giorno 4 – CON GLI ULTIMI

A Brindisi incontriamo, presso le cucine popolari, don Piero, direttore della Caritas diocesana, e altri collaboratori che ci riportano al 7 marzo 1991, giorno dello sbarco di 27 000 albanesi, giorno in cui la storia di Brindisi e dei suoi cittadini ha subito un forte cambiamento, facendo emergere il meglio della comunità. Nel portare la loro testimonianza ci hanno trasmesso il vero significato della carità, l’importanza di non essere indifferenti ma accoglienti, fraterni e compassionevoli, per vivere il vangelo ogni giorno, nel mondo.

Giorno 5 – AFFIDARE

Sveglia ore 4:45 per il pellegrinaggio verso il santuario di Santa Maria de Finibus Terræ in Leuca, percorrendo anche l’ultimo tratto della via Francigena. Come da tradizione i pellegrini devono affidare qualcosa di loro importante a Maria e portare con sé un sasso, segno di un proprio peso interiore da abbandonare prima di raggiungere il Santuario per poi intraprendere, rigenerati, un nuovo cammino. Anche noi abbiamo affidato le nostre scelte, il nostro futuro a Maria e lasciando fuori dal Santuario le nostre paure e ciò che impedisce il nostro Sì alla volontà del Signore. Essere in cammino è sempre faticoso: ci sono salite, discese, bivi, incroci e semafori, il sole battente, l’acqua che scarseggia. La forza che abbiamo trovato è stata il camminare in gruppo. Parlando, scherzando, cantando, pregando insieme, la stanchezza è venuta meno e ci si è avvicinati sempre di più la meta. Abbiamo capito che il cammino di ognuno deve essere sempre condiviso e mai in solitaria.

Giorno 6 – IL GUSTO DELLA SPIRITUALITÀ

Salutiamo Tiggiano e il Salento e partiamo alla volta di Molfetta, città episcopale di don Tonino. Nella mattinata, come nei giorni precedenti, abbiamo sostato su un brano di Isaia (5, 1-7), ma questa volta con un tempo più prolungato: qual è il peccato per cui la vigna del Signore non produce frutti? La pretesa di fare da sé, senza l’aiuto del Signore, senza che lui possa prendersi cura della sua vigna. Nel pomeriggio ci siamo quindi soffermati sulla nostra spiritualità, sulla nostra relazione con Dio, facendo il paragone con un giardiniere che cura il suo giardino: come mi prendo cura della mia spiritualità? La poto, la fertilizzo, la trapianto? Incontriamo qui anche il direttore di CASA, la comunità per tossicodipendenti voluta da don Tonino durante il suo episcopato e, insieme a lui, scopriamo il baricentro di don Tonino fosse spostato verso gli altri, i giovani e gli ultimi. 

Giorno 7 – TI RINGRAZIO

Il giorno del ritorno e dei ringraziamenti, il giorno in cui si ripensa a tutta l’esperienza e ci si chiede cosa si porta a casa. Sono stati giorni molto intensi, tra di noi si è creato un clima di condivisione, amicizia e fraternità che ha permesso di vivere questa esperienza al massimo. L’incontro con la figura di don Tonino Bello e le sue realtà sono state una provocazione per soffermarci sul nostro stare nella comunità, nelle relazioni con gli altri, con noi stessi e soprattutto con Dio. È stato per tutti noi un testimone, un esempio per il nostro cammino vocazionale, per vivere il vangelo concretamente tutti i giorni.

Antonio Varotto e Gabriele Marcon

condividi su