La ricerca. Testimonianza di Silvia, vergine consacrata

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Agosto 1998, molti di voi non erano ancora nati.

Io avevo 17 anni e la mia parrocchia, da sempre luogo fondamentale per la mia crescita, ci ha portati ad un camposcuola ad Assisi.

Lì è iniziata in me una “sana inquietudine”.

L’incontro con il frate che ci accompagnava e il suo ripeterci: “non è il cammino che è difficile, è il difficile che è cammino” mi fa nascere la domanda: “Signore, cosa vuoi che io faccia della mia vita?”.

Inizia la mia ricerca vocazionale: corsi ad Assisi, volontariato, proposte diocesane come gli esercizi spirituali a Villa Immacolata…

Alla Scuola di Preghiera in Seminario Maggiore nasce il desiderio di un padre spirituale e dopo una confessione scelgo un prete della nostra diocesi. Mi affido a quel compagno di viaggio e continuo la ricerca.

Due anni di Gruppo Vocazionale e le domande aumentano, cambiano: dialoghi, rabbia per non trovare risposte, urla, pianti, silenzi, spalle girate al Signore che sentivo lontano. Cerco esperienze concrete per capire quanto l’altro, il diverso, l’ultimo potevano rispondere alle mie domande.

Cammino per due anni con un medico che mi aiuta a trasformare in vita la morte del mio papà…

Compio passi nel fidanzamento, concludo gli studi superiori in tre anni di serale con un professore che più di una volta mi ha ricordato il valore della maturità.

Inizio a lavorare come operatore pastorale e scopro la bellezza delle parrocchie della nostra diocesi.

Tengo care le confessioni con un monaco, accolgo il dono di un nuovo padre spirituale… l’inquietudine rimane: cosa fare della mia vita? Custodisco la domanda di un frate: Chi è Silvia?, la preghiera all’Abbazia di Praglia, il silenzio di Dio quando dicevo: Donami la mia vocazione.

Nel 2014 inizio il percorso delle 10 Parole, rallento nelle cose da fare, in due momenti diversi, ascolto le parole di Gesù: “Lazzaro-Silvia, vieni fuori dai tuoi sepolcri di morte”.

6 ottobre 2015 (una data coincidenza) ho il primo incontro con il mio attuale padre spirituale che mi prende per mano e mi aiuta a fermarmi e a stare nella mia interiorità.

Febbraio 2016 i miei primi esercizi spirituali ignaziani e la mia arresa.

Nasce in me la preghiera: “Signore fai tu…” e il versetto di Apocalisse 3,20 mi fa prendere consapevolezza che da 18 anni il Signore era fuori dalla porta del mio cuore e bussava… attendeva che io gli aprissi e lo facessi entrare nella mia vita.

Da quella arresa, il cambiamento, come dice il Salmo 30: “Hai mutato il mio lamento in danza, la mia veste di sacco in abito di gioia… Signore mio Dio ti loderò per sempre”.

Conosco l’Ordo Virginum, una forma di consacrazione, nata dalle prime donne che seguivano Gesù che vive il quotidiano, nei luoghi di lavoro e di servizio pastorale, custodendo il dono della sponsalità con Cristo, inserita nella propria Chiesa diocesana.

6 ottobre 2019 la mia consacrazione qui, in Cattedrale, sentendo forte il desiderio di affidare il mio “sì” in un luogo che ha accolto generazioni di preti, diaconi, consacrati e consacrate.

Ogni volta che rileggo la mia storia sento che è opera sacra di Dio… volti, date, esperienze che ho condiviso con voi formano quel meraviglioso poliedro che è la mia vita, sempre in movimento e prego: “Signore, porta a compimento tu”.

Ho atteso 20 anni per capire che cosa “fare della mia vita” e il Signore, con infinita pazienza e con tutti i suoi modi di manifestarsi mi ha aiutata ad “essere Silvia”.

Ho imparato che Dio si fa presenza nei momenti inaspettati e in quelli di date che tornano.

Nella mia ricerca anche la missione è stata parlante e la mia scelta ha coinciso con i due anni di prigionia di p. Pierluigi Maccalli, missionario SMA… il 6 ottobre 2020 ha avuto inizio la sua liberazione.

Questa coincidenza di data mi parla della fedeltà di Dio, come la vita della mia mamma, rimasta vedova a 41 anni, la mia età di ora.

La ricerca oggi è accompagnata dall’inaspettato di Dio, da ogni occasione che mi dona… penso agli incontri con altri consacrati, dove la diversità di carismi si fa ricchezza, alle domande dei giovani conosciuti nelle fraternità, alla morte di persone care o mai conosciute che diventano esempio, agli amici che hanno sempre un posto a tavola per me, all’assemblea del Sinodo, a quella mattina di fine marzo quando mi è stata proposta la GMG.

Ho cantato spesso il mio personale Magnificat, riconoscendo tutti i prodigi che Dio ha compiuto nel mio lungo cammino di ricerca…

Con Maria ed Elisabetta lo canto anche questa sera, affidando le nostre vite impastate di Parola, spezzate insieme come pane buono e fragrante che alimenta dubbi, sogni e progetti di felicità.

Ognuno può chiedersi: per chi/per cosa canto il mio Magnificat questa sera?

 

Silvia

Veglia Diocesana delle Vocazioni
Cattedrale di Padova
8 maggio 2023