“Chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre” (Mc 3,35).
Prendere una decisione e scegliere non è certo una cosa semplice: ogni scelta chiede chiarezza interiore e motivazioni del cuore. Non è a caso, allora, se più volte in questi anni papa Francesco ci ha sollecitati, da buon gesuita, a imparare a discernere, ossia a valutare con attenzione e, soprattutto, insieme al Signore le situazioni che ci interpellano, per compiere delle vere e proprie scelte, buone per noi e buone per gli altri.
Dentro di noi sperimentiamo, talvolta, l’incertezza, il sentirci attratti da più realtà ed esperienze: nel cuore, spesso abitano tanti sentimenti e desideri, anche diversi tra loro oppure contrastanti, e sentiamo crescere in noi la confusione, finendo talvolta con l’assecondare non tanto ciò che è bene e sano e, quindi, secondo la volontà di Dio, ma ciò che sembra farci stare meglio sul momento, nel presente. Il gioco di dividerci interiormente, di farci sentire incerti e tirati da più parti, è ben conosciuto da una persona in particolare, una persona dai molti volti e dai molti nomi: serpente, Beelzebul, demonio, diavolo. In particolare quest’ultimo nome dice bene ciò in cui è più artista: il nome diavolo viene dal greco e significa “divisore” e questo è una delle attività che gli riescono meglio. Egli si insinua, come un serpente, per usare l’immagine della prima lettura, dentro le nostre relazioni, dentro i luoghi dove abitiamo, ma soprattutto nel cuore, cercando di creare incertezza, confusione e indecisione, accendendo inutili illusioni che però ci attirano. Viene tra di noi e dentro di noi per scoraggiarci, farci perdere speranza, allontanarci da Dio, ma soprattutto per farci perdere il senso di responsabilità, ossia di vivere in dialogo con Dio e gli altri, imparando a rispondere alle loro chiamate mettendo in gioco il meglio di Dio per costruire il bene.
Per decidere e scegliere, dalle cose più semplici a quelle più grandi, la Parola di questa domenica ci dice che è necessario vigilare su questa presenza, darsi del tempo per ascoltare bene la realtà che ci circonda e che ci abita dentro, così da fare luce su ogni parola che sentiamo e comprendere da dove e da chi viene: ci sono parole che vengono dal divisore, altre che vengono da noi, ma soprattutto c’è una Parola che viene da Dio, il cui ascolto ci rende “fratello, sorella e madre” di Gesù. La parola di Dio, la sua volontà, non è contro di noi, ma per noi, e porta, al contrario di Beelzebul, solidità, forza, speranza, unità, comunione con gli altri e con Dio. Questa Parola non è facile da sentire e da comprendere, eppure è una parola chiara e priva di ogni ambiguità. Dio non striscia fra le persone e dentro la nostra coscienza, ma si pone con verità nei nostri confronti, chiamando in causa la nostra intelligenza, la nostra esperienza, la nostra volontà, in una parola, la nostra libertà. Certo: la sua voce non è immediata. Chiede il silenzio del cuore per essere udita e compresa, dei tempi di sosta e di preghiera, un confronto sincero con le nostre paure, con le nostre ambiguità, con il nostro peccato, magari con una guida spirituale, per far emergere fra tutte quella parola, spesso sussurrata, che indica il bene rispetto al male, ma anche il bene più grande quando ci è chiesto di scegliere tra cose comunque buone.
In questa domenica lasciamoci affascinare da un modo nuovo di decidere e di scegliere, non più centrato sulle nostre paure, ma vigile, per comprendere da chi provengono i desideri che proviamo nel cuore, per cogliere tra le diverse parole che ci interpellano qual è quella che viene dal Signore e così decidere in modo responsabile chi vogliamo essere, cosa vogliamo fare. Prendiamo in mano una situazione concreta che ci interpella in questo periodo, una questione che ci sta interrogando e guardiamola con calma, così da distinguere le spinte che vengono da noi, quelle che vengono dal divisore e soprattutto la debole e sicura parola che viene dal Signore. Se la sua Parola ci sembrerà troppo grande, troppo dura, troppo esigente,… non temiamola, ma rimaniamo lì con il Signore, chiedendogli la forza di accoglierla. Ci attiri quanto ci appena detto Gesù: “Chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre”.
– don Silvano, Casa Sant’Andrea