Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo – Solennità della Santissima Trinità, anno B

Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo” (Mt 28,19).

Nei giorni scorsi sono stato con un gruppo al Planetario di Padova e ho potuto osservare com’è il cielo in questo periodo e le stelle che potremmo vedere se non ci fosse l’inquinamento luminoso. Nel vedere un’infinità di stelle ho provato un grande stupore: mi sono sentito piccolo dentro all’universo, ma allo stesso tempo non schiacciato, bensì immerso nel mistero, nella bellezza. Mi son detto che chi ha avuto, o ha ancora, la possibilità di vedere un cielo così, non è difficile si sia interrogato sulla vita, sul mistero, su Dio: guardando un cielo così da più parti si è levata nel tempo la preghiera a Dio, a colui che “è Dio lassù nei cieli e quaggiù sulla terra” (Dt 4,39).

Lungo la storia siamo stati coinvolti in diversi modi e momenti da Dio e, così, abbiamo avuto il dono di scoprire la sua bellezza, sino a scoprire non soltanto che viviamo alla sua presenza e che lui è il Signore dei cielo della terra, ma anche che egli è Trinità. Lungo la storia della Salvezza Dio si è rivelato al mondo, a noi, e, grazie a Gesù, ci ha fatto scoprire che egli è compagnia, famiglia, comunione di persone, tre persone così intimamente unite da essere un solo Dio: “Andate… nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo” (Mt 28,19). Stupisce il cielo e, ancora di più stupisce sapersi avvolti dal mistero di Dio, ma la gioia più grande viene dal Vangelo con cui Gesù ci fa dono di scoprire che viviamo alla presenza di Dio Trinità.

Sopra di noi c’è ancora il cielo e, nonostante abitiamo in zone molto illuminate, le stelle splendono: se ci regaliamo del tempo per sostare immersi nella natura, a contatto con la terra, l’acqua, l’aria, il fuoco, abbiamo ancora modo di riconoscerci parte del Mistero di Dio e stupirci di lui. Se sostiamo alla presenza di Gesù, del suo Vangelo, questa presenza esce dal vago e acquista un volto, il volto di Dio-Amore, di Dio che in Gesù dona tutto sé stesso e rimane con noi. Quest’ultima sosta, tuttavia, non ci trattiene a sé, ma ci invia ai fratelli, agli altri, per scoprire che anche in loro abita Dio, che anche in loro Dio è capace di raggiungerci e di farci sperimentare la sua stessa comunione, l’intimità che da sempre abita nella sua casa.

Lasciamoci attrarre e affascinare dal creato, lasciamoci afferrare dal Vangelo, lasciamoci coinvolgere dalla vita delle persone: scopriremo la presenza di Dio che è Trinità e ci chiama a vivere a sua immagine e somiglianza, a immagine e somiglianza dell’Amore.

– don Silvano, Casa Sant’Andrea

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