“Chi ha orecchi ascolti”. (Mt 13,9)
“Chi ha orecchi ascolti” ci dice Gesù in questa domenica, dopo averci raccontato la parabola del “seminatore che uscì a seminare”: con queste parole invita la folla e noi ad ascoltare con attenzione la parabola, ma soprattutto ad aprire il cuore all’ascolto della Parola del Regno.
Com’è difficile ascoltare! A volte ci disturba proprio ascoltare una persona e, allora, evitiamo di incontrarla oppure le chiediamo di tagliare corto: altre volte siamo dinanzi a chi ci parla con il corpo, ma la mente viaggia e il cuore insegue i pensieri.
Ascoltare è un’esperienza che facciamo solo se accettiamo di regalare il nostro tempo, se mettiamo l’altro al primo posto rispetto agli impegni, alle cose che ci piacerebbe fare, alle paure, ai pregiudizi, alla stanchezza. È di questo ascolto che si nutrono le nostre relazioni, ma anche la nostra fede, ossia di uno stare gratuitamente e con fiducia alla presenza dell’altro e dell’Altro, desiderosi di comprendere nel profondo le sue parole. È un ascolto che non si improvvisa e chiede tempo, ma soprattutto la disponibilità ad un rapporto vero con chi incontriamo, a stare come nuda terra in attesa del seme buono.
Chissà qual è la Parola che il Signore sta pronunciando in questo tempo per l’umanità e per la Chiesa?! Chissà quale parola sta pronunciando ora per me, quale parola mi sta dicendo attraverso gli altri, le situazioni quotidiane, la creazione che mi circonda, la coscienza, la Scrittura ascoltata personalmente o assieme ai fratelli durante le celebrazioni?!
Insegnaci, Signore, l’arte del silenzio, perché ti ascoltiamo, perché tu possa portare a compimento l’umanità, la Chiesa, la mia stessa vita. Donaci fiducia e forza, perché scegliamo tempi e luoghi in cui stare alla tua presenza con la Scrittura in mano, senza fretta, e così accogliere quel seme che hai già gettato a mani piene nei solchi del nostro cuore.
– don Silvano, Casa Sant’Andrea