“Il padrone di casa ritornerà” (Mc 13,35).
Nel linguaggio comune la vocazione è qualcosa di profondamente legato alla persona, alle sue doti e capacità, alle sue aspirazioni, tanto da dire che una persona ha la vocazione di studiare, un’altra di viaggiare, un’altra di cantare… Probabilmente c’è del vero in questo: la vocazione si intreccia anche con i nostri doni e le nostre più profonde aspirazioni. Tuttavia, se la vocazione fosse soltanto questo dovremmo cambiare il termine: vocazione significa “chiamata” o, meglio, risposta ad una chiamata. Essa non è solo una scelta individuale, una realizzazione del tutto personale, ma l’adesione alla parola di Dio.
Leggo anche questo nel Vangelo di questa prima domenica di Avvento. Gesù ci parla del Regno come di “un uomo, che è partito dopo aver lasciato la propria casa e dato potere ai suoi servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vegliare” (Mc 13,34-35). Il compito che hanno i servi non se lo sono dato loro, ma l’hanno ricevuto: è stato loro consegnato. Forse non è proprio a misura con le loro capacità e forse non corrisponde neppure alle loro aspirazioni: tuttavia è una responsabilità che hanno accolto e si sono assunti dopo che gli è stata affidata dal signore della casa. Quel compito non è il centro della loro vita: li prende completamente, giorno e notte, ma il centro del loro agitarsi sta nel ritorno del loro signore. Ciò non significa che vivono la loro responsabilità con distacco, come se non fosse importante, ma piuttosto la affrontano nella chiarezza che fanno ciò di cui ha bisogno il loro padrone e che sarà necessario fino al suo ritorno.
La nostra vocazione, ciò a cui siamo chiamati nella vita, quel preciso compito che siamo chiamati ad assumere nella Chiesa e nel mondo, è la nostra risposta ad una parola che viene dal Signore e non il risultato delle nostre attitudini o dei nostri interessi. Quel compito che siamo chiamati a svolgere è ciò di cui ha bisogno il Signore per realizzare questo mondo fino al suo ritorno, per far crescere il suo Regno fino al giorno in cui egli verrà. In quel Regno ci siamo anche noi, ci sono le nostre aspirazioni, le nostre risorse, i nostri sogni e desideri, ma anzitutto il suo essere partito e il suo tornare in un momento che non ci è dato di sapere. Quando tornerà il nostro compito non servirà più e la nostra vocazione giungerà a compimento: si manifesterà lui, il Signore nostro Gesù Cristo e questo sarà tutto per tutti.
– don Silvano, Casa Sant’Andrea