Con affetto e attenzione ascoltiamo oggi il racconto delle ultime ore di vita di Gesù. È un racconto tremendo, ma comunque Vangelo, un racconto che porta con sé una buona notizia.
Tra le tante parole, ne colgo alcune che mi pare siano pronunciate per noi: “Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità” (Gv 18,37). Davanti a Pilato che lo giudica, Gesù sta con sicurezza, con coraggio. Egli rimane in piedi, così come è in piedi dinanzi alla vita, potremmo dire e ci consegna un segreto: egli è passato per questo mondo per dare testimonianza alla verità. Non si pone come il protagonista, ma come il testimone di un’altra realtà. Le sue parole e i suoi gesti non parlano di lui, ma della verità. E “cos’è la verità?”. Questa domanda grande, che pone anche Pilato a Gesù, senza lasciargli spazio per rispondere, trova risposta nella vita del Signore che in ogni modo annuncia l’amore di Dio, il suo essere Padre, la sua presenza premurosa e fedele. Ecco la verità per cui si spende Gesù: il Padre. Egli non porta se stesso, ma semplicemente il Padre, fino alla fine, testardamente.
Ci fa quasi invidia questa sicurezza di Gesù. Come vorremmo avere anche noi delle certezze capaci di farci stare in piedi. Come vorrebbero i giovani aver chiaro per chi vivere, ma anche i bambini, spesso lasciati privi di guida, e pure noi adulti, spesso in difficoltà nel rielaborare i passaggi della nostra esistenza. Siamo così diversi dal Maestro: diamo tanto valore a noi stessi, al nostro punto di vista, ai nostri schemi, piuttosto che all’unico Padre. Fatichiamo a dare testimonianza di altri, a vivere per gli altri: preferiamo stringere noi stessi. La maturità della persona e della fede, però, sta lì, nella libertà da sé. Gli sposi sono chiamati ad essere testimoni dell’amore di Cristo per la Chiesa. Noi preti siamo chiamati ad essere testimoni dell’amore di Gesù pastore per ogni pecora e per l’intero gregge. I consacrati sono chiamati a dare testimonianza della bellezza del Regno che verrà. Ognuno di noi è chiamato a testimoniare Gesù, il Figlio amato, a raccontare di lui, che ha fatto per noi. Le nostre comunità sono chiamate a testimoniare l’umanità nuova inaugurata da Cristo, coltivando relazioni vere, aperte al dono, all’ospitalità, alla cura dei più deboli, alla preghiera. Chiediamoci: di chi siamo testimoni? Chi stiamo portando agli altri nella vita quotidiana, negli ambienti dove entriamo? Che cosa ci chiama a testimoniare il Signore? Chi ci chiede di portare e in quale modo?
Durante la Celebrazione della Passione, oggi viene svelata la Croce: poi viene chiesto di avvicinarsi al Crocifisso e baciare il testimone fedele del Padre. Lasciamo che quel bacio ci rimetta in piedi e faccia di noi i testimoni del Signore. Dei testimoni, non degli invasati o degli ideologi, persone che hanno scoperto l’amore del Padre e spendono tutto se stessi per farlo conoscere agli altri.
– don Silvano, Casa Sant’Andrea