“Chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà” (Mc 8,35).
Sembra diffusa oggi, di fronte alla necessità di scegliere, alle grandi scelte della vita, l’incapacità di decidersi: gli adulti, i giovani e anche i ragazzi tendono a spostare in avanti tante decisioni o addirittura fuggono dalle scelte.
Anche in tutti noi, di fronte a nuove responsabilità e magari a scelte che promettono rinunce e fatica, nascono un sacco di resistenze, dubbi, domande, che qualche volta accettiamo, altre volte rifiutiamo o subiamo, scegliendo di affrontare oppure di scappare da quanto ci è chiesto.
Chissà dove ci troviamo oggi?!
Nel quotidiano affrontiamo le novità, gli impegni, le responsabilità, le difficoltà? Siamo fiduciosi, grintosi, coraggiosi, oppure rinunciatari, spettatori, persone in fuga? Ci sono persone e situazioni, personali, famigliari, comunitarie, sociali, che ci vedono rimanere alla finestra, indecisi, fermi per paura, per sfiducia o per cattiveria?
Oggi il Signore sembra chiederci di considerare questi aspetti della vita e della nostra fede. Emerge forte dalla Parola ascoltata il coraggio del servo cantato nella prima lettura – “non mi sono tirato indietro”, “rendo la mia faccia dura come pietra” – ma anche la fermezza di Gesù nell’andare verso Gerusalemme, verso la Pasqua di risurrezione, ma anche di sofferenza e morte. Ed è a questo che ci chiama insieme a Pietro, discepolo capace di grandi slanci di fede – «Tu sei il Cristo!» – ma anche pauroso, incredulo, che si lascia guidare più dal divisore, da Satana, piuttosto che da Gesù, finendo col mettersi lui davanti al Signore e non dietro a lui.
Fermiamoci a considerare le scelte che il Signore e la vita ci stanno mettendo dinanzi in questo tempo, come singoli, ma anche come famiglie e come comunità: chiediamoci verso quali mete ed orizzonti ci sta chiedendo di andare e proviamo a chiamare per nome le responsabilità che ci attendono. Sicuramente tra le realtà che ci attendono vi sono tanti drammi dell’umanità, il bisogno che le persone incontrino il Vangelo, il nostro posto nel mondo e nella Chiesa, le nostre necessità personali. Lasciamo spazio a tutto il mondo di emozioni che esse smuovono e poi, con fiducia, progettiamo come affrontarle, facendo forza sulla nostre risorse personali, sulla presenza delle altre persone, ma soprattutto sulla grazia del Signore, una grazia che va anche invocata, ma che sempre ci accompagna.
Se ci mettiamo dietro a Gesù non sarà impossibile affrontare il futuro: il fatto stesso che lui è davanti a noi ci da la certezza di trovarlo presente in ogni situazione, pronto a sostenerci e a condividere la generosità che l’amore chiede.
– don Silvano, Casa Sant’Andrea