“Queste cose le hai rivelate ai piccoli” ( Mt 11,25)
Mi trovo nell’Abbazia di Praglia (Pd) ad un camposcuola per giovani. Ci accompagna il desiderio di imparare a fare discernimento nella vita quotidiana, ossia di vivere in modo autentico e buono le scelte di tutti i giorni. Cosa devo fare? Cosa scegliere in questa situazione? Cosa desidera il Signore che io decida? Sono le domande che risuonano nel nostro gruppo in questi giorni e nel cuore di ciascuno mentre scorrono i momenti e le giornate: è sufficiente fare un po’ di silenzio e come acqua di un fiume che cerca il mare, anch’esse si fanno strada dentro di noi.
Stiamo scoprendo che scegliere bene significa scegliere in comunione con il Signore, in sintonia con la sua Parola che ci raggiunge attraverso tante occasioni e tanti modi. Egli non rimane muto dinanzi al nostro cercare, mentre siamo alle prese con le scelte piccole e grandi della vita, ma ci parla e ci dona la sua grazia, come luce nel cammino. “Queste cose le hai rivelate ai piccoli”: sembrano parole dette proprio per noi e per ogni persona in ricerca queste parole del Vangelo domenicale. Il Signore ama rivelarsi a noi, ma solo se siamo tra i piccoli possiamo scoprire la sua presenza e le sue parole: solo chi si fa piccolo scopre la strada da percorrere, il bene da compiere. Ma chi sono i “piccoli” per Gesù? Non sono i bambini, o non lo sono automaticamente coloro che hanno pochi anni di età, né semplicemente gli ultimi, i poveri, gli sfortunati, gli ingenui. I piccoli di Gesù sono quelli che riconoscono di avere bisogno di lui, che fanno esperienza della propria fragilità e del proprio limite e sperimentano il bisogno di fondare la propria vita sulla sua Parola. I piccoli di Gesù sono quelli che abbandonano la pretesa di bastare a se stessi, rinunciano a tenere tutto e tutti sotto controllo, non hanno paura di ammettere la propria debolezza dinanzi al Signore. I piccoli sono coloro che decidono di vivere disarmati e leggeri, si fidano della sua promessa, non calcolano, escono dalla tana sicura e si decidono a camminare sui suoi passi, coloro che sanno che c’è un Padre in cielo che si prende cura di loro.
Una grande statua accoglie i monaci e i visitatori nello scalone che li porta agli ambienti importanti dell’Abbazia, probabilmente un San Girolamo. Nella mano destra tiene un terzo occhio oltre a quelli sul volto: l’occhio della Sapienza, dono necessario per ogni discernimento. Quell’occhio non si improvvisa e neppure è il risultato di conoscenze personali o di sole competenze acquisite. Quell’occhio è un dono del Signore, un dono che egli fa ai piccoli. Preghiamo, allora, in questo modo: donaci, Signore, la Sapienza del cuore; rivelati a noi, perché possiamo comprendere il bene da compiere. Insegnaci a farci piccoli, così da sperimentare la tua presenza come luce per le scelte quotidiane, le decisioni da piccole e grandi che dobbiamo prendere.
– don Silvano, Casa Sant’Andrea