“Ricordatevi come vi parlò” (Lc 24,6)
In un tempo in cui tutto è molto veloce, succede di fare molte cose, ma anche di dimenticarne molte. Raccogliamo tantissime informazioni e facciamo numerose esperienze, ma mettiamo presto tutto in archivio. Diamo un così grande valore al presente, a quanto sentiamo nel momento, tanto da mettere in discussione anche scelte grandi della vita e dimenticare le esperienze che le hanno dato direzione.
Non siamo i primi a scivolare in questo atteggiamento. Anche le donne che vanno al sepolcro all’alba, hanno dimenticato qualcosa. “Ricordatevi” dicono loro due uomini in bianche vesti: “Ricordatevi come vi parlò”. Gesù non è più là perché è risorto, ma loro provano soltanto paura e tristezza perché hanno dimenticato le sue parole, la sua promessa. La dimenticanza non è soltanto nostra e neppure soltanto delle donne: è il peccato che più spesso ritorna tra il popolo di Dio sin dall’antico testamento. Quante volte il Signore ha chiesto al suo popolo di ricordare il passato, di fare memoria della propria storia, del suo passaggio, della sua Provvidenza. Eppure, il popolo dimentica… e si allontana da lui, non ricorda i prodigi da lui compiuti e la sua fedeltà. Il popolo non conserva nel cuore la dolce memoria della liberazione dall’Egitto, non ricorda di aver ricevuto da Dio una terra, non ricorda di avere lui come unico Signore: si abbandona ad altri dei e finisce in schiavitù. Dimenticare ha la conseguenza di ripetere vecchi errori, di affidarsi ancora a vecchie esperienze sbagliate, di diventare proprietà degli altri e, soprattutto, di perdere la comunione con Dio, il Dio alleato fedele e sincero dell’umanità. Così noi. Dimentichiamo che è donando che si riceve, che è perdonando che si è perdonati, che è morendo che si risuscita a vita eterna.
“Ricordatevi” dicono i due uomini alle donne ed esse si “ricordarono” (Lc 24,8) le parole di Gesù, lasciarono al sepolcro il volto triste e la paura e si misero a correre verso gli altri discepoli per annunciare che tutto poteva ricominciare! Questo è il miracolo che la Pasqua vuole portare anche in noi: anche noi possiamo ricordare, ri-portare-al-cuore le parole di Gesù, le tante esperienze in cui è stato fedele lungo i secoli e nella nostra vita e credere che ancora egli sarà il Dio fedele, la vita sempre fedele.
Ricordiamoci, carissimi, che abbiamo una coscienza e ad essa ritorniamo ogniqualvolta dobbiamo scegliere da che parte stare: ricordiamoci di essere fatti per il bene.
Ricordiamoci che abbiamo una comunità, che siamo parte della Chiesa, che con essa possiamo essere sale e luce del mondo, ma anche che da essa possiamo ricevere aiuto per la vita di ogni giorno.
Ricordiamoci della presenza fedele del Signore, di colui che già ha fatto grandi cose per l’umanità, che non si allontana mai da noi, neanche quando siamo nel peccato, che ci ha dato la Vita e mai ce la toglierà.
– don Silvano, Casa Sant’Andrea