“Io ti ho posto come sentinella per la casa d’Israele” (Ez 33,7).
In questa domenica Gesù ci chiama a coltivare quella che siamo soliti chiamare la “correzione fraterna”. Non solo egli ci chiama all’amore, ma ci indica un modo per viverlo attivamente: cercare tutti i modi per andare incontro al fratello che commette una colpa nei nostri confronti, chiarire le difficoltà e ritrovare la comunione con lui. Egli ci chiede di essere delle sentinelle che stanno sveglie sul monte delle relazioni, di prendercele a cuore a suo nome, per essere pronti ad annunciare agli altri la parola, anche quella che chiama a conversione e alla riconciliazione.
Non sembri lontano dal nostro mondo l’esercizio che Gesù ci propone. Sicuramente accanto a noi, corretto o meno che sia, ci sono persone che hanno qualcosa contro di noi: non siamo perfetti, ma limitati ed è vero che talvolta sbagliamo e addirittura pecchiamo. Oltre a questo ci sono anche situazioni in cui le differenze e le fragilità personali danno luogo a incomprensioni e conflitti che spesso scivolano in tristezze, mugugni, chiusure, discorsi alle spalle e giochi sporchi: i social, in questo caso, sono una piazza tremenda. Oggi, e in ogni altro giorno, l’amore di Dio ci chiama ad affrontare queste situazioni avvicinando l’altro in modo umile e sincero, con la stessa creatività di Gesù, cercando tutti, soprattutto i peccatori i e i pubblicani.
“Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro” (Mt 15,20). Ecco il motivo per cui andare in cerca del fratello che pecca, anche nei nostri confronti. A spingerci verso l’altro non devono essere la pretese di essere apposto agli occhi degli altri o di Dio, ma il desiderio che Cristo sia presente nelle nostre relazioni, nella nostra vita, lì dove siamo, così da accogliere la vita nuova e gustare la vera fraternità.
– don Silvano, Casa Sant’Andrea