“«Tu, chi sei?». Egli confessò e non negò” – Terza domenica di Avvento, anno B

“«Tu, chi sei?». Egli confessò e non negò”. (Gv 1, 19-20)

La vita ci porta ad incontrare numerose persone: a volte rimangono incontri del momento, altre volte continuano nel tempo chiedendo di essere coltivati e approfonditi per diventare vere relazioni. Allora non basta più conoscere il nome e il cognome dell’altro: nasce l’esigenza di conoscere qualcosa di più e la domanda “chi sei?” chiede di trovare delle risposte profonde, che vanno al di là dei dati anagrafici. “Chi sei?” è un invito a scavare dentro di sé per farsi conoscere, mostrarsi, svelarsi, comunicare i propri gusti, le proprie attitudini, la propria storia personale.

Oggi questa domanda viene rivolta a noi dal Signore, dal Vangelo ascoltato, come una richiesta da parte sua a far maturare il nostro rapporto con lui e farlo diventare relazione. Egli ci conosce già, sa da sempre chi siamo, ma in questo momento desidera che ne prendiamo coscienza anche noi e viviamo appieno la nostra identità. Sappiamo il nostro nome e cosa facciamo lungo la giornata, conosciamo la storia della nostra vita, ma non sempre sappiamo il perché di ciò che facciamo.

Mentre ci lasciamo interrogare dalla parola di Dio è la Parola stessa che viene in aiuto per aiutarci a riconoscere chi siamo. Essa mette dentro di noi una risposta comune a tutti dal giorno del nostro battesimo e cresima: noi siamo degli inviati, siamo una comunità di mandati. La nostra identità più profonda è la medesima del profeta Isaia e la stessa di Giovanni il Battista: anche su di noi abita lo Spirito del Signore, Spirito che ci ha scelti e ci ha mandati ad annunciare la liberazione da ogni schiavitù; dentro di noi abita lo Spirito che ci ha inviati ad annunciare nel mondo il Vangelo. Ecco la nostra identità profonda, l’identità della comunità cristiana a cui apparteniamo. Chi sei… (e ciascuno può aggiungere il proprio nome e quello della propria parrocchia)? Sei una persona e una comunità cristiana inviata dal Signore per portare ad ogni persona il Vangelo del Signore. Tu sei un inviato, un’inviata per conto di Dio: è il suo messaggio che tu devi portare. Tutti, e non solo il parroco, i catechisti, gli educatori di Ac… siamo stati scelti da Dio per portare la sua parola nel mondo.

Noi siamo tutti degli inviati, ma non come quelli mandati dai farisei da Giovanni: mandati da altri vanno dal Battista ma per curiosità, per chiedere conto del suo operato e poi riportare le informazioni raccolte… Noi, invece, siamo inviati semplicemente per donare il nostro bene più prezioso, il Vangelo di Dio. Il nostro andare è chiamato ad essere gratuito, privo di ogni forma di ricatto: puro e semplice annuncio della Parola, consapevoli che la Parola di Dio è già capace da sé di provocare i cuori, di coinvolgere, di attrarre al Signore. Nelle nostre famiglie, nel giro degli amici, in parrocchia, al lavoro, a scuola, nello sport… noi siamo chiamati a vivere questo compito che fa parte del nostro DNA di credenti: entrare in ogni ambiente nel nome del Signore e in nome suo annunciarlo con coraggio e generosità.

“Chi sei?” ci domanda la parola di Dio oggi e la risposta l’abbiamo in parte trovata. Ancora, però, la domanda chiede che ci lasciamo interrogare nella preghiera personale, nel silenzio, per scoprire la nostra vera identità. Una volta scoperta la risposta, saremo chiamati a fidarci del mandato ricevuto, per essere missionari del Signore e annunciare a tutti la sua venuta che regala la liberazione.

– don Silvano, Casa Sant’Andrea

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