“Beati voi!” (Mt 5,11).
La festa dei Santi è sentita nella Chiesa e nelle nostre Parrocchie: riesce ancora, seppure diversamente da qualche anno fa, a portarci in chiesa a pregare in un giorno feriale e di vacanza. Ciò non toglie, mi sembra, che sia controverso e difficile il nostro rapporto con la santità. Celebriamo il Signore nel giorno di tutti i Santi, ma quale incidenza hanno le loro testimonianze e la loro presenza nella nostra vita? Quale presa ha nel nostro cuore la chiamata alla santità?
Dentro di noi è come se abitasse un dubbio di fondo, come se la vita dei Santi non facesse per noi, la loro vita avesse qualcosa in meno di quella che noi cerchiamo di realizzare. Sarà perché riteniamo i Santi figure perfette e noi sappiamo di non esserlo, sarà perché i Santi ci sembrano persone che hanno fatto troppe rinunce, che non si sono godute la vita fino in fondo e noi invece la vogliamo piacevole, sarà perché molti Santi sono stati preti, suore, martiri, papi e noi non lo siamo… Ebbene la santità non sembra fatta per noi!
La festa di oggi, tuttavia, viene anche a smontare questi pensieri, a indicare la giusta strada e a donarci le forse necessarie per percorrerla.
Già il nome della festa, ci porta verso un particolare orizzonte: Solennità di tutti i Santi. Oggi la Chiesa è in festa per tutti i Santi, quelli del calendario, ma anche molti altri che la Chiesa non ha riconosciuto ufficialmente, uomini e donne che nel nascondimento, magari anche nella nostra Parrocchia e nelle nostre case, hanno vissuto il Vangelo nella ferialità, nel silenzio, senza effetti speciali.
Questa festa, inoltre, ci dice che tra i Santi non ci sono soltanto persone diverse da noi, ma anche uomini e donne come noi, preti, papi, religiosi e religiose, ma anche laici e sposi, martiri, ma anche persone che hanno vissuto senza trovare particolari ostacoli alla propria testimonianza.
C’è poi quel dubbio più profondo che la santità coincida con la tristezza, con il peso, con una fatica insoddisfacente. Eppure il vangelo ci parla di beatitudine, una parola pronunciata da Gesù e ripetuta ben nove volte e rafforzata da un invito alla gioia e all’esultanza. Il vangelo viene oggi ad annunciarci che la vita cristiana portata avanti in una quotidiana fedeltà non porta alla tristezza, ma alla beatitudine, che la santità non equivale a pesantezza e tristezza, ma a felicità piena e duratura. A volte è felicità nel momento presente, molte altre è una promessa, ma è felicità autentica che riempie il profondo della nostra persona. La felicità non è possibile possederla tutta ora, tuttavia essa è una chiamata; siamo continuamente chiamati da Dio alla felicità, dalla sua Parola che da dentro ci interpella, ci fa cogliere il limite delle esperienze umane, dei nostri impegni e legami, delle nostre soddisfazioni, ma anche dei nostri problemi, fatiche, rinunce e sofferenze e ci attira ad un oltre che è Dio, Dio che è presenza viva, Dio che ci viene incontro con la sua grazia in tanti momenti ed eventi e soprattutto nei Sacramenti.
Oggi è la festa di tutti i Santi, una folla immensa, a cui possiamo unirci anche noi, grazie al battesimo, a quella fede in cui siamo stati immersi e che ci ha resi figli di Dio. Non sentiamoci estranei, allora, a questa festa: è anche per noi, per me e per te è la chiamata alla santità.
Festa di tutti i Santi, occasione per celebrare il Signore che si fa vedere nella vita di tante persone buone e fedeli, di ieri e di oggi, ma anche dono che rinnova il nostro slancio verso la felicità. Lasciamo che questa Eucaristia rinnovi le nostre forze per assecondare ancora il fascino della felicità piena, quella di Gesù: lasciamoci attrarre dalla sua promessa di felicità e andiamoci incontro insieme e insieme con lui.