Amerai – XXX domenica T.O. Anno A

“Amerai!” (Mt 22,37).

Amare è un’esperienza a 360°, un’esperienza che possiamo vivere con tutti e anche con Dio. Amare è necessario, tanto che è un comandamento: come il mangiare, il bere, il dormire, il respirare,… così per vivere è necessario amare. Amare Dio con tutto noi stessi è necessario. Amare gli altri è necessario. Ed è così necessario che Gesù, lo mette al futuro: “Amerai…” e vivremo solo se continueremo ad amare oggi, domani e dopodomani, Dio e il prossimo. Amare è possibile: non si tratta di fare qualcosa di estraneo a noi, qualcosa che non ci appartiene, ma piuttosto di dare agli altri e ridare a Dio quanto lui ci dona in ogni istante, da sempre. Il Signore ci ama continuamente e continuamente noi possiamo amare lui e il prossimo.

Talvolta, per motivare l’amore, il dono di sé, la solidarietà verso chi sta peggio di noi, si suggerisce di ricordare i momenti in cui anche noi siamo stati in difficoltà. Faccio un esempio: per motivarci ad essere accoglienti e solidali con chi viene in Italia a cercare lavoro si fa memoria di quando anche noi italiani siamo partiti per l’America, per l’Argentina, per la Svizzera… Oppure per motivare l’elemosina si ricorda quando noi siamo stati poveri e senza pane. In questa maniera si fa attingere la forza di amare da dentro al proprio cuore, da dentro se stessi.
Ma è sufficiente tutto questo? A volte avvertiamo che non ci basta e soprattutto quando ci troviamo di fronte a richieste d’amore che si ripetono e ci domandano una generosità continua, ripetuta, sentiamo che il pozzo delle energie e delle motivazioni corre il rischio di finire l’acqua. Scopriamo così che l’amore cristiano è qualcosa di più. Non è tanto dentro di noi che dobbiamo trovare la forza di amare e non tanto la nostra condizione di povertà che dobbiamo ricordare, ma la solidarietà di Dio, la sua Misericordia, ossia come Dio ci ha amati e ci ama. Ce lo dice chiaramente la prima lettura chiedendoci di ricordare quando noi siamo stati forestieri in Egitto. In quel tempo, e altre volte lungo la storia e lungo la nostra piccola storia, Dio ci ha soccorsi, ci ha amati. Ecco ciò di cui continuamente dobbiamo fare memoria, attraverso la preghiera e l’ascolto della Scrittura, se vogliamo amare davvero.

Amare significa unirci al Signore nel fare ciò che ha fatto con noi quando abbiamo avuto bisogno di lui, unirci a lui che sempre sostiene ogni creatura, ogni persona, soprattutto chi sperimenta la schiavitù dell’ingiustizia, della miseria, della violenza. Amare è possibile soltanto se facciamo continuamente memoria dell’amore che Dio ha per noi e per tutti, soltanto se ci lasciamo amare da lui che ci incontra nella preghiera e nei Sacramenti.

– don Silvano, Casa Sant’Andrea