“Avvenga per me secondo la tua parola” (Lc 1,38).
Se non fosse accaduto quanto viene proclamato nel Vangelo di questa domenica, oggi noi non leggeremo queste righe, tantomeno saremmo presenti alla Messa o indaffarati a preparare il Natale. Tutto questo ci accade perché un giorno, nella sconosciuta Nazaret, una giovane ragazza di nome Miriàm ha accolto nel silenzio e nel nascondimento l’invito a lei rivolto da un angelo a diventare la madre del Salvatore, del Figlio di Dio. Il sì di Maria al Signore è la grande esperienza che ha aperto al mondo una nuova strada, la Salvezza.
Anche a noi vengono chiesti ogni giorno dei “sì”. Abbiamo delle responsabilità in famiglia, in parrocchia, all’università, nel lavoro, nelle realtà a cui apparteniamo… e non sempre ci risulta facile portarle avanti. Talvolta perdiamo di vista i motivi per cui assolverle e, in certi momenti, ci sentiamo tentati dalla mediocrità, dall’abitudine o dal sotterfugio, preferendo alla correttezza la via della disonestà. L’esperienza di Maria ci incoraggia a renderci conto che i nostri “sì” o i nostri “no” influiscono non soltanto sulla nostra vita, ma anche su quella degli altri e sul futuro: addirittura influiscono sulla storia. La sua esperienza ci invita a scegliere la via della responsabilità, vissuta come collaborazione fiduciosa con il Signore, certi che lui agisce nella storia passando anche per le nostre vicende quotidiane. Anche a noi è chiesta la disponibilità di accogliere la sua Parola nella nostra vita: in ogni momento egli parla alla nostra coscienza e ci chiede di collaborare con lui nella realizzazione del suo Regno.
Quando ci spendiamo con fiducia, desiderosi di amare, di donare noi stessi, di valorizzare il bene che abita in noi e fuori di noi, noi diciamo sì a Colui che ci ha creati a sua immagine e somiglianza.
Quando studiamo con impegno o nel lavoro ci comportiamo onestamente, svolgendo al meglio e in modo corretto i compiti affidati, noi diciamo un sì generoso al Signore che ci chiama a collaborare alla creazione.
Quando, nonostante la fatica e la stanchezza, compiamo il nostro dovere di sposi e genitori, di educatori, presbiteri, consacrati, diciamo un sì generoso al Signore che fa del bene al futuro della famiglia, della comunità e dell’intera società.
Quando nel segreto facciamo del bene a qualcuno, alla famiglia, alla parrocchia, agli amici, ai più deboli, accettando anche qualche sofferenza, noi diciamo sì al Signore che trasforma la vita delle persone.
Il Signore, grazie al sì di Maria, ha cambiato la storia: si è fatto uno di noi, diventando la nostra speranza, il nostro Vangelo vivente. Egli però chiama anche noi a ad accoglierlo nella nostra persona, a generarlo oggi, permettendogli di piantare ancora la sua tenda fra gli uomini, di dare una casa alla discendenza di Davide. Questa grande esperienza capace di cambiare la storia si svolge nella nostra Nazaret, ossia nella nostra vita quotidiana fatta di famiglia, parrocchia, scuola, lavoro, sport, amicizie, servizio,… una vita semplice ma straordinaria. Diamo valore, allora, alla nostra vita, certi che in ogni momento Dio ci chiama a collaborare con lui per il bene del mondo. Viviamo nella generosa disponibilità al Signore, consapevoli che egli vuole nascere anche in noi e attraverso di noi.
– don Silvano, Casa Sant’Andrea