“Gesù ebbe compassione di loro” (Mc 6,34)
Da più mesi stiamo vivendo un periodo sanitario e sociale difficile, che ci fa sentire particolarmente incerti. Ogni qual volta pensiamo sia arrivata una svolta nella pandemia, giungono nuove varianti che frenano i nostri entusiasmi e ci fanno tronare nella tana. Non vorrei farla grossa ma sta crescendo un senso di smarrimento comunitario e soprattutto interiore, misto a una tiepida tristezza e passività. Come muoverci in questa situazione? Su cosa aggrapparci per le nostre decisioni? A chi fare affidamento?
Non siamo lontani, mentre viviamo questa dura realtà, da quanto vive la gente al tempo del profeta Geremia che denunciava la decadenza del Regno, l’incuranza dei pastori del popolo e l’imminente invasione dei babilonesi (Ger 23,1-6). Compiendo un salto un po’ meno indietro, smarriti erano anche i contemporanei di Gesù, come pecore senza una guida, senza pastore. Da secoli vivevano la sofferenza della povertà e della ricerca di giustizia e nell’ultimo tempo la loro terra era invasa dia romani e gestita da politici corrotti. Da secoli stavano attendendo un Messia che li avrebbe salvati ma che non sembrava arrivare. Quando incontrano Gesù, però, molti di loro sentono risvegliarsi la speranza e il desiderio di affrontare il futuro. Sono stanchi ma percorrono lunghe distanze pur di stare con lui e di ascoltarlo. La sua voce da sicurezza, incoraggia, regala senso alla vita quotidiana, indica la strada.
Come loro anche noi ci avviciniamo a Gesù. Desideriamo incontrare il Signore. Sappiamo che lui ha compassione della folla e di noi, che sente la nostra incertezza, il nostro smarrimento, che com-patisce, patisce con noi. Andiamo da lui perché sappiamo che il Signore è una certezza nella vita, perché ci rendiamo conto che noi non siamo senza pastore. La fede a volte è debole ma sappiamo in fondo al cuore che lui è presenza sicura. Questa fede, però, è chiamata a non rimanere un semplice sentimento del cuore e a diventare fiducia concreta e scelte di vita. Per trovare la sicurezza interiore capace di farci vivere pienamente, abbiamo bisogno ogni giorno di fare riferimento a Gesù Pastore, di stare insieme, di riposare nella sua parola, di lasciarci guidare da lui. Egli si fa presente e ci parla in tanti modi e momenti ma soprattutto nella Scrittura, nei Vangeli, in quel libro che magari abbiamo a casa ma spesso rimane nella libreria e accostiamo solo alla domenica in chiesa. Non che la Bibbia ci offra la certezza della salute o sia un manuale per la vita di ogni giorno. Nella Bibbia, però, noi troviamo la presenza del Signore, scopriamo delle parole che lo Spirito Santo rende vive e attuali per noi, la gioia di esistere e donarsi, la sapienza di vita di altri che hanno affrontato la vita insieme al Signore, gli insegnamenti morali di cui abbiamo bisogno per stare dentro alla strada del bene.
Nel tempo estivo potrebbe essere questo il nostro modo concreto per cercare e trovare la necessaria sicurezza per vivere. Perché non regalarci delle soste in cui prendere in mano il Vangelo o la Bibbia, partendo dall’inizio di un Vangelo oppure seguendo il calendario liturgico della Messa, invocare lo Spirito Santo e poi leggere con calma il testo, cercando di capirlo e chiedendo al Signore cosa vuole dirci?! Potrebbe essere un’esperienza di preghiera personale oppure assieme al nostro gregge, con gli amici della parrocchia o con la famiglia, perché ciascuno possa trovare il proprio Pastore, la propria guida, nel Signore e non in altre cose che lasciano il tempo che trovano e non aprono a un di più di vita. Potrebbe essere questo uno dei sani riposi estivi.
– don Silvano, Casa Sant’Andrea