Creare casa

Tutto il mondo in preghiera per le vocazioni

«Dobbiamo sviluppare e potenziare molto di più la nostra capacità di accoglienza cordiale»: mi hanno molto provocato queste parole di Papa Francesco (Christus vivit, 216) a commento della 61a Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni, 21 aprile 2024, perché dove abito per la mia missione di animatore vocazionale ritrovo tanti aspetti proprio di accoglienza!

Oltre la preghiera e la condivisione della fede, l’accoglienza è un esercizio costante che facciamo a Casa Sant’Andrea (CSA): esercitiamo il cuore, ma anche le mani, lo sguardo, il sorriso, le parole, le piccole scelte, a un’accoglienza concreta, sobria e semplice. È un esercizio che dà tanta gioia, una gioia contagiosa, ma che a volte non è così facile né scontato: bisogna, appunto, esercitarsi! Bello quando un giovane o una giovane ritornano a trovarci a CSA perché «qui si sta bene», «mi sento a casa», «qui ci si sente accolti».

Durante la fraternità a CSA ci sono gli host: si chiamano così le guide di quei giovani che condividono la loro vita quotidiana con noi per un mese. In inglese host significa “accogliere”, “ospitare”. Gli host de “Il Mese” sono figure adulte che si esercitano in un accompagnamento ospitale, adulti che fanno sul serio con la fede e la preghiera quotidiana e che, perciò, diventano spazio di accoglienza per il cammino di fede e preghiera degli altri. Capisco allora l’invito del Papa a creare ambienti cristiani con relazioni accoglienti! È il contesto buono perché una vocazione possa essere cercata, intuita, accolta, scelta, espressa con generosità e gioia! Tutto questo è racchiuso nel titolo della Giornata di Preghiera 2024: “creare casa” (Christus vivit, 217).

C’è un altro aspetto che mi piace: per un “istituto” che ha a cuore le vocazioni dei giovani si è scelto il nome di “casa” e non “centro”, “oasi” o “punto”: Casa Sant’Andrea. In Diocesi con la stessa missione abbiamo Casa Santa Sofia, Casa Sant’Alberto, Casa Pagani: case vocazionali al maschile e al femminile.

Il Papa dice – e anch’io posso testimoniarlo: un giovane, una giovane, che cerca dove costruire il suo futuro, come rispondere alla chiamata di Dio, per chi donarsi, cerca “casa”. Questa casa è innanzitutto la comunità cristiana, è la rete di affetti che condivide fede e forti ideali, che sostiene «il fuoco di grandi desideri e progetti». La ricerca vocazionale è la ricerca con Dio della propria missione attraverso cui donarsi, ma ad una condizione: sentirsi a casa, in Dio e nella comunità cristiana. Ecco la necessità di “creare casa”! L’espressione riprende le parole che il Papa ha pronunciato al Hogar (casa) del Buen Samaritano a Panama (27 gennaio 2019) durante la Giornata Mondiale della Gioventù mentre incontrava giovani ospitati in alcune case-famiglia della città.

Cosa significa “creare casa” per noi cristiani e per le nostre comunità avendo a cuore le vocazioni? Il Papa dice che significa creare legami con gesti semplici e quotidiani alla portata di tutti, generare collaborazione senza escludere nessuno, imparare ad avere pazienza, a perdonarci, a ricominciare ogni giorno alimentando così la fiducia che porta a relazioni forti.

“Creare casa” significa «far prendere corpo alla profezia». La profezia di Gesù è un mondo consapevole che Dio non lascia soli, si prende cura di tutti, vince la morte e chiama suoi collaboratori per essere “familiari”, “coinquilini gioiosi”, annunciatori e realizzatori di questa profezia. Quando si crea casa, la profezia diventa credibile, realizzabile, vivibile! Si rinasce! E sentiamo possibile «sognare il mondo più umano e perciò più divino». Quando si crea casa, c’è la libertà di fare spazio a vocazioni generose, di indicarle, di proporle con coraggio.

In questo calore “di casa” emergono le vocazioni: vengono abbassate quelle difese e maschere che limitano e non fanno scaldare il cuore, si sente forte il dono prezioso della fede, ci si lascia provocare dalla necessità di custodire questo dono e portarlo agli altri, non ci si sente più orfani o sradicati o falliti ma a casa, al sicuro!

“Creare casa” mi parla anche di creatività. Concludo con questa parola: lasciamoci stuzzicare dalla fantasia, dalla gioia, dalla semplicità, per creare incontro, scambio, condivisione, prossimità, collaborazione, relazione, tutto nella fede, in Cristo! Via il lutto, la delusione di qualche insuccesso, la nostalgia dei tempi passati, e creiamo casa!

don Mattia Francescon
direttore di Casa Sant’Andrea e Animatore Vocazionale Diocesano

 

Articolo della
Rivista del Seminario
CorCordis 2024/1

 

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