«Davvero quest’uomo era Figlio di Dio!» (Mc 14,47).
L’intero Vangelo secondo Marco è attraversato dalla domanda: “chi è Gesù?”. Passo passo, vicenda dopo vicenda, il lettore è accompagnato nella scoperta dell’identità di Gesù, trovando delle risposte in alcune frasi pronunciate dai discepoli. A un certo punto arriva anche la risposta completa e la troviamo proprio alle ultime battute del Vangelo della passione di questa domenica: «Davvero quest’uomo era Figlio di Dio!». A questa meta Pietro, il primo fra i discepoli, arriva solo parzialmente e altri discepoli neppure vi giungono: vi arriva uno straniero, un non ebreo, uno dei centurioni romani che crocifiggono Gesù.
Il ripetersi della domanda sull’identità di Gesù è una costante nella vita di ogni cristiano: nessun credente è mai un arrivato nella fede. Il discepolo è uno che avanza umilmente sulla via della fede e nella scoperta del suo maestro. Potremmo dire, facendo nostra un’espressione presente nel film Agnus Dei (2016): “la fede è ventiquattro ore di dubbio per un minuto di speranza”. È vera sapienza per il discepolo non mettere mai la parola fine al suo itinerario, certo che il Signore è più grande di ogni sua comprensione, di ogni sua scoperta. Del Signore Gesù si possono conoscere alcuni tratti, alcuni doni ma sarà sempre una minima parte rispetto a ciò che lui è davvero. Rispondere alla domanda sulla sua identità sarà sempre comunque un dono, una grazia dall’alto, che solo chi si lascia guidare dallo Spirito può portare a compimento. Il centurione non è arrivato da sé a dire che Gesù era figlio di Dio ma ha lasciato parlare in lui lo Spirito di Dio, arrivando a pronunciare parole che mai avrebbe pensato di poter dire.
Non sappiamo come sia stata la vita del centurione dopo essere arrivato a dire “davvero quest’uomo era Figlio di Dio”, dopo essere stato protagonista della morte del Figlio di Dio. Ciò che sappiamo è che dare risposta alla domanda “chi è Gesù” è l’inizio della vita nuova. Rispondendo a questa domanda, non tanto a parole ma con un pieno coinvolgimento personale, si entra nella novità del Vangelo. I giorni della Pasqua sono l’occasione data a tutti per crescere nella fede e da testimoni di una vicenda diventare testimoni che non riescono a tacere quanto hanno visto e compreso, arrivando a vivere gli stessi atteggiamenti e le stesse scelte del Crocifisso. La domanda che percorre l’intero Vangelo secondo Marco, è centrale per la vita del credente e la risposta personale è il dono più grande che possiamo ricevere.
– don Silvano, Casa Sant’Andrea