IL CARDINALE SCOLA RICORDA LA SUA VOCAZIONE

In occasione del Suo ingresso nella Diocesi di Milano il Cardinale ha ricordato un passo saliente della sua storia vocazionale

 Il saluto a Malgrate è iniziato con il rinnovo del battesimo – Angelo Scola fu battezzato proprio qui l’8 novembre di 69 anni fa – ed è proseguito con un momento di incontro con la comunità. Seduto sull'altare in mezzo ai chierichetti, l’Arcivescovo ha risposto a domande fatte da due ragazze ricordando il suo passato da chierichetto e il momento della sua vocazione.
 
«Da chierichetto ho tanti bei ricordi – ha detto il Cardinale – anche se non dimentico la fatica di alzarsi per andare alla messa delle 6 e i tanti richiami, non sempre benevoli, quando da ragazzini ci si distraeva troppo sull'altre. Ho poi indelebile nella mia mente l'immagine della visita pastorale che il cardinale Schuster fece proprio qui: mia madre insistette perchè partecipassi all'adorazione che iniziava alla 3 del mattino. Vedere il Cardinale stare fermo, immobile per più di un'ora davanti alla croce, mi ha fatto davvero sentire la presenza di Dio tra noi».
Particolarmente sentito anche il racconto della vocazione. «Ripenso a due momenti distinti – ha detto ancora Scola –: in quarta elementare quando venne un fratello consacrato a scuola a raccontarci la sua vocazione. Lo fece in maniera così accalorata che convinsi mia madre ad andare a parlare con il parroco di allora, don Lucio, che, da buon prete ambrosiano, ci rimandò a casa. Poi la “chiamata” arrivò al secondo anno di Politecnico, segno che le sensazioni avute da bambino, l'inclinazione a Dio che avevo sentito, erano state giuste. A tutti voi chiedo di prendere su serio questa inclinazione nel caso la sentiate come vostra. Perché se ha la forza di imporsi allora significa che ha una forza molto più grande e significativa di quanto pensiamo».
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