“Il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore”
Arrivo alla Celebrazione dell’Assunzione di Maria in coro dopo un’esperienza di camposcuola vocazionale coi giovani durante il quale, come pure durante gli incontri dell’anno, abbiamo condiviso momenti di preghiera, meditazione e riflessione utili per comprendere la chiamata del Signore e fare propria una collaborazione fatti a col suo progetto su di noi. Durante il campo abbiamo dedicato dei momenti ad approfondire il discernimento a partire da alcuni suggerimenti di Ignazio di Loyola. Uno di questi è un esercizio che invita a considerare la propria scelta di vita come se ci si trovasse in punto di morte. Potrà sembrare una cosa macabra. In realtà Ignazio invita a mettersi in questa posizione perché sa che per tutti, e per il credente con motivi ulteriori, il momento della morte è uno tra quelli in cui siamo più autentici, più sinceri e attenti alle cose che contano davvero.
Di riflesso la festa che viviamo oggi mi pare sia l’offerta di una grande occasione di discernimento per tutti i cristiani, per tutta la Chiesa. La solennità di oggi è un’occasione donata anche per guardare la propria vita a partire dall’esperienza della morte redenta di Maria. La festa dell’assunzione di Maria al cielo è un punto di osservazione della nostra vita tutto particolare: guardando la vita a partire da questo punto panoramico possiamo diventare più profondi, più veri, più attenti alle cose che veramente contano. Nel momento della sua morte Maria è stata assunta in cielo, ha ricevuto la vita piena, la stessa del suo figlio Gesù. Per Maria la morte è stato il momento in cui tutto è giunto a compimento, in cui ogni fatica, attesa, speranza, anche nei confronti del figlio, ha trovato senso. Consapevoli che lei è soltanto la prima di tanti credenti di cui nulla andrà perduto, neppure il corpo, noi scopriamo un punto panoramico sulla nostra esistenza straordinariamente importante.
In tanti momenti durante quest’anno abbiamo avuto l’occasione di considerare la nostra fragilità, la nostra vulnerabilità, l’inevitabile limite della morte. Il Covid-19 ha messo tutto questo dinanzi ai nostri occhi tantissime volte nei mesi scorsi e ancora lo sta facendo, lanciandoci l’appello non tanto a diventare fatalisti o superficiali ma sapienti collaboratori del Vangelo di Gesù, uomini e donne attenti alle cose che davvero contano, capace di spendersi con amore, con speranza per ciò che realizza davvero la vita. La festa di oggi viene a illuminare tanti di questi momenti e a rilanciarli per un quotidiano sguardo sapiente ad ogni scelta, ad ogni discernimento, consapevoli che tante volte scegliamo giocando al minimo le nostre possibilità, i nostri doni, il Vangelo.
La morte, ma la morte redenta dal signore Gesù è il vero punto panoramico da cui osservare la vita degli altri, del mondo, nostra.
Guardiamo alla nostra vita consapevoli che un giorno tutto di noi sarà raccolto da Dio, guardiamo alla vita attuale nostra, al nostro modo di vivere il Vangelo, al nostro stile in questo mondo a partire da questo momento, quello di Maria assunta in cielo, quello di noi raccolti corpo e anima, con tutta la nostra persona, dalle mani del figlio di Dio. Consegniamo questo sguardo ai più giovani, non in modo mesto e triste ma fiducioso, carico di speranza nella vita vera che nulla potrà mai toglierci.
– don Silvano, Casa Sant’Andrea