“Il Signore è difesa della mia vita” (Sl 26)
Mi domando se talvolta in chi fa le carezze alla morte e in chi fa di tutto per starle lontano non ci sia il medesimo desiderio, quello di vivere?!?! Nella sua paradossalità, questa affermazione mette in luce come, seppure nascosto dietro tante forme, le nostre scelte siano in genere motivata da una volontà di vita, da un profondo desiderio di vivere di più e meglio. In chi scappa dal limite e dalla sofferenza, non c’è solo la paura di morire, ma anche un sano attaccamento alla vita e in altri che non vogliono più vivere perché l’esistenza sembra senza senso e troppo carica di sofferenza, c’è comunque un desiderio di bene.
Ci viene spontaneo rifiutare ciò che non sembra farci vivere e scegliere ciò che sembra aprirci a un’esistenza migliore. Il desiderio di vivere è qualcosa di istintivo o, meglio, di scritto nel profondo della persona. Questo essere per la vita non viene da noi, ma da Dio. Dio è la vita di tutte le cose, è l’amante della vita dice il libro della Sapienza (Sap 11,26). Egli si è fatto conoscere come il Dio delle generazioni, di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, il Dio dei viventi: egli è colui che ha fatto risorgere Gesù dai morti. Accogliere Dio significa accogliere la vita. È anche questo ciò che il Signore viene ad annunciarci in questa domenica attraverso la vicenda di Abramo e quella dei tre discepoli saliti con Gesù sul monte. Egli si manifesta come colui che dona ad Abramo una discendenza numerosa come le stelle del cielo. Egli è colui che fa uscire Abramo dalla sua terra, dove aveva sperimentato la morte di quanti gli stavano accanto, e gli consegna una nuova terra dove abitare. E su queste promesse Dio si impegna per sempre, con un’alleanza di fuoco. Anche in Gesù la promessa di vita è esplicita. Dopo aver annunciato la sua passione e morte, Gesù porta sul monte Pietro, Giacomo e Giovanni per dare loro un anticipo della risurrezione, affinché affrontino con coraggio la sua passione e morte, affinché si fidino di seguirlo fino alla croce senza il timore di perdersi per sempre.
Vivere, vivere in pienezza è il desiderio che viene a colmare la Quaresima. Questo tempo forte ci chiede la mortificazione, ma, seppure non sembri promettere nulla di buono, in realtà esprime la proposta di uno stile per una vita più grande, libera da ciò che ci illude di renderci veramente felici, aperta al di più che non vene dal tutto e subito, dalle cose, dal potere, dalla visibilità, ma da realtà più profonde e umili. Vivere come Gesù, che abbiamo visto domenica scorsa affrontare le prove del maligno, è la strada che porta alla vita: al momento potrà sembrare che allontani dal piacere, dalla felicità, ma alla lunga, permette di trovare il gusto della vita. “Ascoltatelo” ci dice il Padre, dopo averci presentato Gesù come il suo Figlio eletto. In quel verbo c’è un invito forte, autorevole a scegliere la sua Parola se vogliamo vivere, se vogliamo affrontare la vita e sperimentarne la pienezza. Ascoltare Gesù è la via per scoprire il segreto dell’esistenza che sta nel dono di sé fino a dare tutto sé stesso, fino a Gerusalemme, fino alla Pasqua. Ascoltare Gesù significa stare con lui, aprirsi all’incontro con la sua persona, ma anche fare posto alla confidenza che lui vuole consegnarci, che è vivere-amando, da figli di uno stesso Padre, sempre e comunque, certi che l’amore fa vivere oggi e domani.
Per noi che abbiamo la vita fra le mani, che la amiamo, che desideriamo vivere, l’ascolto di colui che è la vita, Gesù, è la strada da percorrere. Ascoltare non è certo l’esperienza più facile, ma un’arte da imparare. Come cerchiamo di dedicare del tempo al dialogo in famiglia, nella coppia, coi figli, con gli amici, così cerchiamo di dedicare spazio e tempo all’ascolto del Signore. Diamoci dei tempi, anche in questa settimana, di vero silenzio, digiunando dalle parole, dal rumore, dalla tv, dal telefonino, dai social, così da ascoltare il profondo bisogno di vita che ci abita, ma anche la parola leggera dello Spirito e quella del Vangelo che vuole aprirci la strada. Dedichiamoci ogni giorno un momento di ascolto del Vangelo, il vangelo della Messa del giorno, magari, così da camminare con il Signore che vuole condurci verso la vita piena, il dono di noi stessi fino alla fine. Non lasciamoci prendere dalla paura se ci propone cose grandi, nella certezza che la meta è la vita, anche se al momento ci sembra essere tolta.
– don Silvano, Casa Sant’Andrea