“Rallegrati, grida di gioia, esulta!” (Sof 3,14).
Quando ci capita qualcosa di inaspettato e bello proviamo gioia, ossia un’emozione improvvisa e intensa, ricca di piacere, che ci accende dentro e magari ci fa sorridere e ridere.
Questa emozione così coinvolgente la prova anche Dio: addirittura, la prima lettura ci ha detto che ci sarà un giorno in cui questa emozione sarà così forte che lo farà esultare e gridare, come allo stadio. Gioirà, e non tanto per delle cose che gli verranno date, bensì per delle persone che torneranno dopo un lungo esilio a Babilonia, dopo un lungo tempo di lontananza. Quel “per”, poi sottolinea non soltanto la sua preferenza per le persone, ma anche la gratuità della sua gioia: gioirà contento “per” la loro gioia, per la gioia di tornare, di essere stati salvati, per la possibilità che il suo popolo ha di rifarsi una vita, un futuro.
Per noi, che a volte abbiamo una grande nostalgia della gioia o pensiamo di non aver motivi per gioire, questa notizia ha molto da dire. A volte facciamo dipendere la gioia dalle cose che possediamo o ci vengono date, dai soldi, dall’esteriorità: Dio invece ci indica che la vera gioia viene dalle persone, dai rapporti con gli altri, dalla loro presenza, dalla comunione fraterna. Noi a volte facciamo dipendere la gioia da esperienze che ci danno un guadagno personale: Dio invece ci indica che la vera gioia è gratuita, che si può essere contenti per gli altri senza per questo averne noi un guadagno, contenti per quello che capita loro.
Questa terza domenica di Avvento, chiamata dalla Chiesa “La domenica della gioia”, e il Vangelo da poco ascoltato, allora acquistano un senso davvero bello.
Essi ci dicono che possiamo trovare la gioia e lo possiamo se accogliamo l’invito di Giovanni Battista a fare spazio, a liberarci delle cose, di ciò che possediamo, degli atteggiamenti inutili e dannosi, dei peccati, per fare posto alle persone e, in particolare, a una persona, il Signore che viene. La gioia vera è accessibile anche per noi, ma solo se facciamo spazio in casa, nella vita quotidiana, dentro di noi, ad atteggiamenti nuovi, più attenti agli altri e al Signore, alle loro persone, in modo gratuito, senza cercare un tornaconto.
A pochi giorni dal Natale, anche se non è primavera, mettiamoci a fare pulizia dentro di noi e nella nostra vita da ciò che la ingombra e non ci permette di fare posto alle persone e al Signore che vengono nella nostra vita. Fermiamoci con coraggio a considerare le parole concrete del Battista e facciamole nostre, compiendo dei gesti di vera povertà. Le occasioni non mancano in Parrocchia per maturare uno stile nuovo. Prepariamo il presepe in casa e guardiamolo come proposta di seria sobrietà. Approfittiamo delle proposte di carità che ci vengono date. Mettiamo ai piedi del Signore i nostri peccati con una buona Confessione. Durante questa settimana partecipiamo anche alla Messa feriale che avrà una connotazione di più forte di attesa del Natale. Allora la gioia sarà meno estranea nella nostra vita.
– don Silvano, Casa Sant’Andrea