Rimanete saldi e irremovibili – Ottava domenica del tempo ordinario, anno C

“Rimanete saldi e irremovibili, progredendo sempre più nell’opera del Signore” (1Cor 15,58).

Man mano che si cresce si impara a fare sempre più cose da soli: allora si afferra in mano il biberon e si mangia da soli, si lascia la mano della mamma e si comincia a camminare da soli, si prende la bicicletta e ci si allontana un po’ alla volta da casa, percorrendo la strada da soli o con persone diverse dalle solite. Di questo passo, via via, si arriva a moltissime altre cose in autonomia e, proprio l’autonomia, è uno dei segni del diventare grandi. Proprio l’autonomia, però, spesso sembra essere travisata. Oggi, più che mai, sembra che nessuno abbia bisogno degli altri, che ciascuno abbia le capacità per farcela da solo. Viene meno il legame con gli altri, con la comunità, con la fede. Allo stesso tempo ci si affida, quasi con fede, al personaggio dalla voce affascinante e forte di turno, al politico che sembra offrire certezze e sicurezza, a qualcuno che sembra essere fondamentale per la nostra esistenza, tanto da abbandonare precedenti certezze e fiducie.

Sembra parlare proprio a noi, allora, il Signore in questa domenica. Egli conosce il sano bisogno di autonomia, ma anche la necessità di relazioni e di guide che orientino il nostro cammino. Per questo ci ammonisce di affidarci a persone buone, dagli occhi aperti, che non siano cieche. Ci chiama a fidarci di chi ha maturato sapienza nella vita, di chi, come albero buono produce frutti buoni, di chi, consapevole della trave che ha nel proprio occhio si fa accanto agli altri con tanta umiltà. Anche noi abbiamo bisogno di autonomia e di guida: anche noi siamo chiamati a guidare gli altri e a lasciarli andare, ad essere persone di misura e sagge accanto agli altri. Chissà qual è la qualità dei nostri legami, del legame con la comunità, con quanti ci stanno accanto, con coloro che il Signore stesso ci ha messo a fianco come espressione della sua guida?! Nessuno di noi può avere la pretesa di bastare a sé stesso: abbiamo bisogno gli uni degli altri, nella certezza che è soprattutto l’altro diverso da noi ad aiutarci a tirare fuori il meglio della nostra persona e non, piuttosto, chi ci è simile, chi ci è affine. Abbiamo bisogno dell’altro per crescere, ma anche per realizzare quel progetto di bene che il Signore ci ha affidato: il Signore ci desidera Chiesa, persone capaci di vivere la comunione, la sintonia dell’unità nella diversità. Abbiamo bisogno di una guida fra tutte, il Signore ed egli è affidabile: è colui che ha vinto la morte, l’ha affrontata e attraversata e può ora accompagnarci nel cammino anche quando è difficile e pieno di ostacoli. La realtà non ha più alcun pungiglione se la affrontiamo insieme lui.

Lasciamoci aiutare a tirare fuori il tesoro dal nostro cuore da chi può esserci davvero di aiuto: impariamo ad affidarci seriamente a qualcuno che può aiutarci a rimanere saldi e irremovibili. Diamo autorevolezza alla parola e alla presenza di Gesù, ma togliamo anche la trave dal nostro occhio così da riconoscere chi, attorno a noi, può esserci guida nel cammino. Potrebbe essere questo il tempo in cui iniziare ad affidare il nostro cammino a una guida spirituale, un adulto nella fede, un prete, un consacrato o un laico che ci aiuti a discernere la volontà di Dio per la nostra vita.

– don Silvano, Casa Sant’Andrea