“Lei vi ha gettato tutto quanto aveva per vivere” (Mc 12,44)
Certe immagini convenzionali e magari presentate in alcune pubblicità televisive non sono talvolta una buona fotografia delle nostre giornate. La vita di famiglia non è solitamente scandita da una buona colazione in compagnia attorno ad una tovaglia bianca o da un allegro viaggio a scuola o al lavoro in un’auto sfrecciante. Piuttosto viviamo dei ritmi talvolta frenetici e le nostre energie, la nostra attenzione è presa da tante cose che ci riempiono il cuore e la testa e talvolta ci distolgono da ciò che è veramente importante, correndo il rischio di lasciarci allontanare dalla vita vera e dalla gioia.
Anche per questo Gesù oggi ci chiede di fermare lo sguardo e di fermarlo su una vedova che getta nel tesoro del tempio due spiccioli. L’attenzione di tutti, al tempio, è concentrata sui soldi che vengono gettati nel tesoro, cercando di vedere quanto denaro vi viene gettato; addirittura c’è un incaricato al tempio che ogni volta vi si avvicina qualcuno per fare l’offerta suona con forza una campana per avvisare tutti del suo gesto e grida la quantità della somma versata. Gesù, invece, non dà alcuna attenzione al denaro gettato. Egli guarda altro. Egli guarda alla vedova, al suo cuore e vede che quella donna ha dato più di tutti gli altri, perché ha messo tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere. A Gesù interessa la donna, il suo cuore, non il resto. A Gesù non interessa la quantità, quanti soldi ha gettato, ma la qualità, la qualità del suo gesto.
Sì. Al Signore interessiamo noi, non le nostre cose, non solo le cose che facciamo. Al Signore non interessa quanto abbiamo, quanto riusciamo a fare, ma la qualità del nostro vivere. Siamo noi al centro dell’attenzione del Signore! Il nostro cuore! E invita ciascuno di noi, a dare attenzione non tanto alle cose da fare, all’esteriorità dei nostri gesti e alla quantità degli impegni e responsabilità,… ma alla nostra persona, alle nostre persone. Cristo ci umanizza, in questo modo, ci riporta alla verità e alla bellezza del nostro essere persone umane.
Con questo sguardo, il Signore chiede anche a noi un’attenzione nuova. Nuova non tanto perché finora magari non l’abbiamo avuta, ma perché ci chiede di viverla in un modo nuovo e in sintonia con lui, secondo il suo stile, uno stile diverso da quello che talvolta ci viene più spontaneo. Gesù ci chiede di avere attenzione per le persone e non per quello che fanno, per le cose che hanno. Gesù ci chiede oggi di rinnovare un vero amore per i figli che ci ha dato, per il prossimo che abbiamo accanto, per i deboli che incontriamo, un amore fatto di vera attenzione per la loro persona, per loro che hanno dei bisogni, ma anche delle potenzialità… Oggi il Signore ci chiede di verificare le scelte che li riguardano, per vedere se sono per il loro bene, se sono per loro o se non piuttosto per noi, per accomodare i nostri bisogni, i nostri sensi di colpa o per realizzare i nostri sogni.
La vicenda di Elia nella prima lettura ci fa intravedere i frutti di questo stile nuovo. Dallo sguardo attento del profeta nasce l’abbondanza di farina e olio per la casa della vedova di Zarepta. Così dallo sguardo nuovo di Gesù nasce la benedizione per la vedova che getta due spiccioli.
Lasciamo che la Parola di oggi trasformi anche i nostri sguardi e che da essi nasca un’abbondanza nuova, una benedizione, una vita più umana. Facciamoci più attenti non alla quantità di cose che noi abbiamo o facciamo, o che gli altri hanno e fanno, ma piuttosto alla persona, nostra e degli altri, dando qualità e verità alle nostre relazioni.
– don Silvano, Casa Sant’Andrea