Quando parti, un po’ di inquietudine ti avvolge. Non sai cosa aspettarti: specie nel silenzio, si sa, trovi tutto quello che non vorresti: potresti sentire verità che vorresti tenere taciute perfino a te stesso. Nel silenzio, i morti che ci portiamo dentro, quelli che un tale chiedeva di poter andare a seppellire a un certo Gesù una volta, parlano, così come parla quella ferita con cui la Chiesa è nata. Tutto è partito in sottrazione, con un apostolo traditore morto; si parte in 11, non in 12 (il numero della completezza). E così anch’io arrivo agli esercizi spirituali con il segno meno. Mi ritrovo su quella barca in mezzo al mare: c’è un tale che chiamiamo Maestro che sembra dormire, quasi incurante del nostro certo naufragio. Ma il “Custode di Israele” ha gli occhi aperti, è lì a proteggerci nel male, quando tutto sembra finito. Gli esercizi spirituali diventano quell’incontro meraviglioso tra Filippo e l’eunuco. Capisci che la fede è una relazione, tutto si muove attorno a degli incontri. E così quello sguardo incrociato da chi sta camminando con te in quella esperienza diventa Incontro, ti senti nel posto giusto pure nella tempesta. La Parola ti entra dentro, a volte graffia, ma forse è solo per togliere un po’ di ruggine. E quelle 48 ore di meditazione e silenzi, diventano grazia, “troppa grazia” forse. Ma è lì, solo per te, per ciascuno.
Gli esercizi spirituali vocazionali si sono svolti nella Casa diocesana di spiritualità “Villa Immacolata” a Torreglia (Pd) dal 14 al 16 maggio 2021, guidati da don Andrea Dani, direttore della Comunità vocazionale del Seminario Vescovile di Vicenza.