«Il mio regno non è di questo mondo» (Gv 18,36).
Il nostro sguardo talvolta è limitato. Fermiamo il nostro interesse su pochi particolari, spesso ripetitivi e molto parziali, di corto raggio. E questo è il nostro regno su cui ci sentiamo sicuri. Nel guardare assieme, poi, non sempre ci aiutiamo: accettiamo di essere condotti a considerare sempre le stesse cose e sempre nello stesso modo, senza valorizzare la nostra criticità, il nostro interesse, le nostre passioni, il di più che potrebbe arrivare da altro e da altri.
«Il mio regno non è di questo mondo» (Gv 18,36) dice Gesù a Pilato il cui sguardo è parziale e limitato a questo mondo, al suo mondo. E lo dice anche a noi, invitandoci ad andare oltre il nostro piccolo spazio di osservazione. Egli ci chiama ad osare l’interesse per aspetti poco conosciuti e temuti o che sentiamo lontani, non utili nell’immediato. Gesù apre il mondo di Pilato, lo dilata, lo spalanca su altro, su uno spazio più ampio di quello da lui frequentato: gli chiede di aprire il cuore. Il suo regno non è di questo mondo, dove si usa la forza, si inganna, si usa violenza, ci si impone sugli altri. Il suo regno è diverso, percorre altre strade, la via della semplicità e dell’umiltà, dell’incontro e del servizio, del perdono e della sincerità, del dono e della responsabilità, della tenerezza e della fedeltà.
Nel giorno in cui celebriamo Cristo Re e Signore dell’Universo, lasciamo al Signore di guarire il nostro sguardo e di allargarlo sulla vita vera, oltre la nostra solita misura. Lasciamo che ci sbilanci verso altro e verso altri, verso il Regno che già sta prendendo spazio nel cuore di quanti hanno bisogno di ascolto e di amore, di giustizia e di accoglienza, di speranza e di futuro. In questo giorno in cui celebriamo la Giornata Mondiale dei Giovani, lasciamo che il Signore ci faccia alzare, come l’apostolo Paolo, per essere testimoni della sua verità, di un amore che è più grande di quanto finora abbiamo pensato. Lasciamoci coinvolgere dal suo Regno.
“Nell’abbracciare la vita nuova che ci è data nel battesimo, riceviamo anche una missione dal Signore: “Mi sarai testimone!”. È una missione a cui dedicarsi, che fa cambiare vita. Oggi l’invito di Cristo a Paolo è rivolto a ognuno e ognuna di voi giovani: Alzati! Non puoi rimanere a terra a “piangerti addosso”, c’è una missione che ti attende! Anche tu puoi essere testimone delle opere che Gesù ha iniziato a compiere in te. Perciò, in nome di Cristo, ti dico:
- Alzati e testimonia la tua esperienza di cieco che ha incontrato la luce, ha visto il bene e la bellezza di Dio in sé stesso, negli altri e nella comunione della Chiesa che vince ogni solitudine.
- Alzati e testimonia l’amore e il rispetto che è possibile instaurare nelle relazioni umane, nella vita familiare, nel dialogo tra genitori e figli, tra giovani e anziani.
- Alzati e difendi la giustizia sociale, la verità e la rettitudine, i diritti umani, i perseguitati, i poveri e i vulnerabili, coloro che non hanno voce nella società, gli immigrati.
- Alzati e testimonia il nuovo sguardo che ti fa vedere il creato con occhi pieni di meraviglia, ti fa riconoscere la Terra come la nostra casa comune e ti dà il coraggio di difendere l’ecologia integrale.
- Alzati e testimonia che le esistenze fallite possono essere ricostruite, che le persone già morte nello spirito possono risorgere, che le persone schiave possono ritornare libere, che i cuori oppressi dalla tristezza possono ritrovare la speranza.
- Alzati e testimonia con gioia che Cristo vive! Diffondi il suo messaggio di amore e salvezza tra i tuoi coetanei, a scuola, all’università, nel lavoro, nel mondo digitale, ovunque” (Francesco, Messaggio per la XXXVI GMG).
– don Silvano, Casa Sant’Andrea