Ho una bella notizia…io l'ho incontrato!

 

Nuove Vocazioni per una Nuova Europa
Numero 18
 
Lo Spirito chiama alla testimonianza
Ogni credente, illuminato dall'intelligenza della fede, è chiamato a conoscere e riconoscere Gesù come il Signore; e in Lui a riconoscere se stesso. Ma ciò non è frutto solo di un desiderio umano o della buona volontà dell'uomo. Anche dopo aver vissuto l'esperienza prolungata con il Signore, i discepoli hanno sempre bisogno di Dio. Anzi, la vigilia della passione, essi provano un certo turbamento (Gv 14, 1), paventano la solitudine; e Gesù li incoraggia con una promessa inaudita: « Non vi lascerò orfani » (Gv 14, 18). I primi chiamati del vangelo non resteranno soli: Gesù assicura loro la solerte compagnia dello Spirito.
a) Consolatore e amico, guida e memoria
« Egli è il “Consolatore”, lo Spirito di bontà, che il Padre manderà nel nome del Figlio, dono del Signore risorto »,(35) « perché rimanga con voi sempre » (Gv 14, 16).
Lo Spirito diventa così l'amico di ogni discepolo, la guida dallo sguardo geloso su Gesù e sui chiamati, per farne dei testimoni contro-corrente dell'evento più sconvolgente del mondo: il Cristo morto e risorto. Egli, infatti, è « memoria » di Gesù e della sua Parola: « Vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto » (Gv 14, 26); anzi « vi guiderà alla verità tutta intera » (Gv 16, 13).
La permanente novità dello Spirito consiste nel guidare verso un'intelligenza progressiva e profonda della verità, quella verità che non è nozione astratta, ma il progetto di Dio nella vita di ogni discepolo. È la trasformazione della Parola in vita e della vita secondo la Parola.
b) Animatore e accompagnatore vocazionale
In tal modo lo Spirito diventa il grande animatore di ogni vocazione, Colui che accompagna il cammino perché giunga alla meta, l'iconografo interiore che plasma con fantasia infinita il volto di ciascuno secondo Gesù.
La Sua presenza è sempre accanto ad ogni uomo e donna, per condurre tutti al discernimento della propria identità di credenti e di chiamati, per plasmare e modellare tale identità esattamente secondo il modello dell'amore divino. Questo « stampo divino » lo Spirito santificatore cerca di riprodurre in ciascuno, quale paziente artefice delle anime nostre e « consolatore perfetto ».
Ma soprattutto lo Spirito abilita i chiamati alla « testimonianza »: « Egli mi renderà testimonianza e anche voi mi renderete testimonianza » (Gv 15, 26-27). Questo modo di essere di ogni chiamato costituisce la parola convincente, il contenuto stesso della missione. La testimonianza non consiste solo nel suggerire le parole dell'annuncio come nel vangelo di Matteo (Mt 10, 20); bensì nel custodire Gesù nel cuore e nell'annunciare Lui come vita del mondo.