“Coraggio! Alzati, ti chiama” – XXX domenica TO, anno B

“Coraggio! Alzati, ti chiama” (Mc 10,49)

Forse non ci siamo mai trovati in così grande necessità da dover mendicare lungo una strada: al massimo ci sarà capitato di fare l’autostop o chiedere a qualcuno di darci una presa elettrica per attaccare il carica-batterie del cellulare. Sappiamo, tuttavia, cosa significhi questa esperienza: molte volte suonano alla nostra casa dei venditori ambulanti o dei poveri che chiedono un’offerta; altre volte troviamo qualcuno a mendicare al semaforo o sotto i portici di una città. Come queste persone, anche l’uomo del Vangelo, dopo essere diventato cieco si è ritrovato povero, bisognoso di tutto ed emarginato dagli altri.

Il vangelo di oggi, tuttavia, ci chiede di riconoscere che anche noi, come Bartimeo e molti altri, a volte siamo ciechi e mendicanti di aiuto dagli altri: ci sono momenti in cui la strada della vita sembra coperta dalla nebbia e dal buio, giorni in cui non sembra esserci un futuro per noi giorni in cui ci sentiamo deboli e poveri. Nel dire questo, penso alle persone che perdono il lavoro o sono toccate dalla malattia, ma anche a chi, per diversi motivi, si sente disorientato, poco entusiasta della vita, incerto sul domani. La Parola del vangelo è per tutte queste persone, è per noi. Quel cieco ha il coraggio della fede, una fede che lo fa gridare, chiamare Gesù. E nel chiedere aiuto trova la luce degli occhi e la gioia di vivere. Ecco ciò che possiamo fare, se ci troviamo nel buio e ai bordi della strada della vita: Cristo oggi, e in ogni momento, passa anche accanto a noi e possiamo gridare con fede la nostra preghiera, fiduciosi che lui ci ascolta e ha compassione di noi. Chi è nel buio della paura, abbia il coraggio di gridare con fede verso il Signore; chi si appoggia agli altri, piuttosto che vivere fidandosi di se stesso, e mendica dagli altri stima, sorrisi, compiacenza, abbia il coraggio di chiedere a Cristo che lo aiuti a stare in piedi sulle sue gambe; chi si sente ai bordi della Chiesa e fatica ad entrarvi da persona attiva e protagonista, si prenda il diritto di aprirsi alla fede e di mettersi in cammino.

La parola del Signore che abbiamo ascoltato mette in evidenza anche la presenza della gente e dei discepoli a cui Gesù chiede di farsi voce della sua parola accanto agli altri.

«Coraggio! Àlzati, ti chiama!». Queste tre parole che la gente dice al cieco per invitarlo ad andare da Gesù, sono un mandato affidato anche a noi, il servizio che tutti noi possiamo vivere.

Coraggio! Il Signore ci chiede di essere persone che danno coraggio a tutti quelli che gridano dolore. Non si tratta solo di dare una pacca sulla spalla, ma di aiutare l’altro a fidarsi di sé, degli altri e di Dio.

Alzati! Rimettere in piedi, aiutare a ripartire e mai get­tare a terra nessuno, mai de­molire nessuno: offrire la mano per aiutare chi è seduto o stanco a mettersi in piedi, a riprovare.

Ti chiama! Ecco il terzo compito a noi affidato: se vogliamo aiutare davvero le persone dobbiamo portarle a Gesù, farle incontrare con lui, con la sua parola. È Lui che può dare lu­ce, dare occhi profondi che vedono, che vedono il cuo­re di Dio e il senso della vita.

Ed ecco che Bartimeo acquista vigore e coraggio, che tutta la sua ener­gia compressa si libera: si alza in piedi e va da Gesù. Non par­la, ma grida; non si toglie il mantello, ma lo getta; non si al­za in piedi, ma balza. La fede è moltiplicazione di vita, un eccesso bello che fa andare oltre il buon senso, vita in pienezza. La fede ci fa sperare, ci fa osare, ci fa mettere in piedi e vedere.

«Coraggio! Àlzati, ti chiama!» sono le parole scelte anche dal vescovo Claudio come suo motto episcopale. Accompagniamo con l’affetto e la preghiera il suo desiderio di servire la nostra Chiesa incoraggiandola, mettendola in piedi e in ascolto del Signore. Accompagniamolo ora che, al termine del Sinodo dei vescovi sui giovani, sta per iniziare la sua prima visita pastorale: ogni comunità si riconosca nel cieco Bartimeo e sperimenti la gioia di seguire il Signore.

– don Silvano, Casa Sant’Andrea