“Lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità” (Gv 16,13).
Come dinanzi a un bambino che fa i primi passi o dice una frase più grande di lui… così talvolta, anche a trenta o cinquant’anni o più ci capita di fermarci e di provare stupore dinanzi a certi sentimenti che proviamo, a certe intuizioni che abbiamo, a certe esperienze che facciamo: ci sono occasioni in cui emergono aspetti nuovi, inediti, inaspettati. Di noi e degli altri: nella vita di coppia non tutto dell’altro uno dei due possiede o conosce: certe cose sfuggono, arrivano come sorprese; ci si aspetta in certi momenti una certa reazione invece ne appare un’altra. Così in tante altre situazioni.
Ma come: non siamo gli stessi di ieri, di prima?! Eppure.
Tante occasioni ci dicono che l’altro è più di quanto noi pensiamo: ci fanno dire che dell’altro, in fin dei conti, conosciamo bene poco, conosciamo solo una parte, e magari distorta. L’altro è anche diverso da come io me lo sono per bene disegnato: l’altro è più grande dei limiti che io vedo; l’altro è a colori e non solo quel bianco e nero che vedo io. Così noi stessi: anche diversi da come crediamo di essere.
Anche di Dio, possiamo dire questo.
La nostra vita, ogni giorno, ce lo presenta come un Dio che non possediamo mai completamente: credi di averlo raggiunto e invece sta un po’ più in là; credi di possederlo e invece ti sfugge di mano come la sabbia. Dio è più grande di come io lo percepisco, di ciò che io vedo, sento, immagino di lui. Anche se prego, ascolto la sua Parola, vivo la santità… egli sta sempre più in là: egli non è soltanto quello. Dio non è solo quel Dio che mi aspetto o ho deciso. Dio è un mistero a noi familiare, ma anche tanto incomprensibile, difficile da comprendere: affascinante e inconcepibile. E ritorna allora, un racconto riportato da Sant’Agostino. Un giorno Agostino stava camminando lungo la riva del mare mentre tra sé pensava al mistero della Santissima Trinità. Trovò un bambino che stava giocando con la sabbia lungo la riva: aveva fatto una buca a continuamente buttava l’acqua del mare nella buca. Allora Agostino si fermò e gli disse che non ce l’avrebbe mai fatta a buttare tutta l’acqua del mare dentro a quella piccola buca… e nel medesimo istante comprese che lui stava facendo la stessa cosa: voleva farci stare dentro alla sua piccola testa… il mistero di Dio, Dio stesso; ma nemmeno “la sua piccola buca” poteva contenere Dio.
Dentro a questa nostra realtà di persone limitate, che hanno la pretesa talvolta di capire tutto, di avere la verità in tasca, la verità di sé, degli altri, di Dio… si inserisce oggi la Parola di Gesù, una parola forte che incide in profondità: verrà lo Spirito e lo Spirito ci guiderà alla verità tutt’intera. Dio desidera farsi conoscere e donandoci il suo Spirito egli ci dà di incontrarlo pienamente, in profondità, per intero. Giorno per giorno, da quando per la prima volta lo Spirito si è posato su di noi nel giorno del Battesimo, egli manda ancora la sua grazia su ciascuno di noi per condurci alla verità: non ci usa violenza, non ci mostra verità più grandi di quelle che possiamo sostenere… ma ci conduce a comprendere appieno, attraverso le vicende quotidiane, chi è veramente il Signore, chi siamo veramente noi e le persone che abbiamo intorno. Giungerà allora un giorno in cui comprenderemo la verità tutt’intera di Dio, di questo mistero grande che è la Santissima Trinità, ma giungerà un giorno in cui comprenderemo anche la verità tutt’intera di noi stessi e degli altri, un giorno in cui cadrà il sospetto sulla bontà nostra e di chi abbiamo accanto a ci abiterà soltanto stupore e accoglienza.
Rimane come seme, allora, dentro di noi, in questa domenica, il desiderio di essere persone in ricerca. Vivere nello spirito, vivere lasciandosi guidare dallo Spirito, diventa invito a non possedere certezze troppo rigide, tropo impenetrabili, a non essere così sicuri di noi stessi e di quelle briciole di verità che abbiamo, per dare spazio piuttosto al cammino, alla ricerca della verità, attraverso l’ascolto della nostra persona e di quella degli altri, attraverso l’accoglienza incondizionata, attraverso l’amore vero. Diventa invito a mantenere aperto, accessibile, dentro di noi, un angolo di stupore, un angolo dove abiti la meraviglia per quanto vive in noi, per quanto vive nelle persone che incontriamo, senza prenderci così sul serio da credere di possedere già tutto. Diventa invito a nutrirci della Parola e del Pane di vita per affrontare il cammino, che nella monotonia dei giorni corre il rischio di fare di noi delle persone abituate a tutto, anche al mistero della vita e al mistero di Dio. Dio è più grande di ciò che io credo e penso. Anch’io, anche gli altri,… abitati da Dio, siamo più grandi, siamo oltre a ciò che crediamo di essere.
– don Silvano, Casa Sant’Andrea